I bianconeri, infatti, non hanno quasi mai convinto e 8 mesi non sono bastati a dar loro una fisionomia. Non sappiamo bene cosa sia, questa Juve, ma soprattutto non lo sa lei. E’ una specie di tela di Penelope che si fa e disfa. Non parliamo solo dei risultati, bensì della continua balbuzie tattica e atletica di cui è vittima. Quasi tutte le squadre (dal Porto, al Verona, alla Fiorentina, all’Atalanta...) hanno capito come affrontarla. Vanno in campo sempre gli stessi errori: un gioco orizzontale dal basso, lento e prevedibile, concede a quasi tutti gli avversari di esercitare un pressing asfissiante. Il pallone viaggia troppo all’indietro e talvolta con esiti fatali, perché nessuno si smarca in avanti. L’attacco, quasi sempre portato con una lentezza impressionante, permette facili raddoppi a difensori e centrocampisti avversari. Sì, di quelle in testa, la Juventus è la squadra dal gioco peggiore o meglio è quella meno affidabile, capace di esaltare ogni avversario, dal Crotone al Benevento.
Sì, perché la crisi è iniziata l’anno scorso con un allenatore poco sintonico e una campagna acquisti disastrosa, ma adesso è esplosa. Appunto, che fare? Le voci si susseguono: resta Pirlo oppure se ne va subito, traghetta Tudor, torna Allegri, magari arriva Zidane… La realtà, però, regala voli poco pindarici; piuttosto ne concede di bassi. I soldi sono pochi, molti giocatori da vendere risultano invendibili per gli stipendi troppo alti, nuovi allenatori di calibro costerebbero assai. I punti fissi della squadra, ad oggi, sembrerebbero due: De Ligt e Chiesa a cui aggiungere Kulusewski, più per ragioni economiche, non per quel che ha messo in mostra. Il portiere potrebbe restare, ma il resto? Questo Ronaldo, in questa squadra (e forse anche in altre) stenta, Dybala ha ancora bisogno di tempo, gli altri con l’eccezione di Danilo e McKennie sarebbero da sostituire in blocco. Chi punta su Dragusin e Fagioli si abbandona alle illusioni.