La partita di questa sera tra Udinese e Juventus rappresenta un ponte tra passato e futuro. Un passaggio tutt’altro che banale che accompagnerà il club bianconero verso la programmazione della prossima stagione. Un passaggio da non sottovalutare perché per Massimiliano Allegri significa molto anche in prospettiva futuro.
 
Dopo i 90 minuti della Dacia Arena, la Juventus tornerà a Torino, Già da domani, a bocce ferme e stagione ufficialmente conclusa, il tecnico livornese e la dirigenza si incontreranno per fare un bilancio e definire le prossime mosse. Ognuno porterà le sue ragioni: da una parte c’è un allenatore convinto di aver fatto il massimo e meritare di restare al timone; dall’altra ci sarà anche chi, come si racconta ormai da giorni, fa parte del partito del cambiamento. Non un muro contro muro, ma ognuno ha le sue ragioni e si cercherà di trovare una sintesi.
 
Verso Udinese-Juve: Rugani insegue un grande traguardo
Sul tavolo, Massimiliano Allegri metterà i risultati sportivi raggiunti quest’anno. Anche per questo la gara di Udine è fondamentale, perché definirà la classifica finale (Conference o Europa League) e quella che avrebbe potuto essere, ovvero il potenziale quarto posto senza penalizzazione e in attesa di quello che farà il Milan. Tutto questo, ribadendo come il gruppo sia passato attraverso una situazione inedita e complicata, gestita però nel migliore dei modi. Inoltre, risultati raggiunti avendo tra le mani, per la maggior parte della stagione, una Juventus molto diversa da quella costruita in estate in ragione dei tanti, ancora una volta troppi, infortuni e con il coraggio – qualcuno direbbe necessità -, di lanciare tanti giovani provenienti dalla Next Gen.
 
Come detto, dall’altra parte le ragioni del partito del cambiamento. Di chi è ancora scottato dal mancato accesso alla finale di Europa League considerata alla portata. Di chi pensa che, nonostante gli infortuni, con la rosa a disposizione si potesse fare qualcosa in più dal punto di vista del gioco espresso e dei risultati. A pesare, poi, sono diversi aspetti: la spaccatura nell’ambiente, tra lo spogliatoio e i tifosi, e, soprattutto, gli zero titoli vinti in 2 anni.
 
Ognuno dirà la sua e, come detto, si cercherà una sintesi. La decisione finale, però, spetterà a John Elkann. Dopo l’azzeramento del CdA, questa è la sua Juventus, con i suoi uomini di fiducia nelle posizioni apicali del club. Il futuro di Massimiliano Allegri, dunque, è esclusivamente nelle sue mani.