La sensazione è stata molto simile a quella percepita sabato, durante l'amichevole giocata a Londra contro l'Arsenal. Federico Gatti non sembra ancora convincere al 100%, seppur nel paradosso di due clean sheet in altrettante partite in cui di fatto le chiavi della difesa sono state affidate a lui, in assenza di Leonardo Bonucci e del trio brasiliano. Alla Juve da soli sei mesi dopo una carriera vissuta nelle serie minori, anche contro il Rijeka l'ex Frosinone è risultato meno convincente dei compagni - giovanissimi - schierati nella retroguardia: se da Alessandro Riccio, infatti, sono arrivate conferme importanti, ieri la vera sorpresa è stata rappresentata dal classe 2005 Dean Huijsen, protagonista di una prova di personalità che ha finito per accendere ulteriormente i riflettori proprio sugli errori di Gatti.

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Che poi, piuttosto che di errori è forse più giusto parlare di insicurezze: perché al classe 1998 - quasi un "veterano" rispetto ai giovani in campo - non mancano grinta e cattiveria, che però troppo spesso sfociano ancora nell'irruenza. In ritardo nella marcatura anche contro una squadra non di primissimo livello come il Rijeka, Gatti è stato più volte costretto a inseguire, con tutti i rischi del caso. La sua prestazione, quantomeno, è migliorata con il passare dei minuti, con segnali di maggiore lucidità e confidenza. Con un Bonucci ancora lontano dalla migliore condizione e un Rugani ancora in bilico sul mercato, però, qualche riflessione sulla difesa della Juve sembra d'obbligo, in vista della seconda parte di stagione. Con i brasiliani, poi, cambierà tutto, ma l'impressione è che qualche aggiustamento, comunque lo si voglia intendere, possa essere necessario.