Doveva essere la partita della reazione, è stata quella che probabilmente segna definitivamente il fallimento della seconda avventura di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus. Qualsiasi giustificazione, qualsiasi attenuante perde di credibilità dopo l'ennesima prestazione difficilmente commentabile da parte della Juventus. I bianconeri cadono ancora, questa volta contro il Maccabi Haifa in Champions League con il punteggio di 2-0. La Juventus a inizio ottobre è lontana 10 punti dalla vetta del campionato e fuori - a meno di un miracolo - dai gironi di Champions League. Ovvero fuori dai due obiettivi che Allegri si era dato nei primi mesi della stagione. L'inizio di stagione è stato addirittura peggiore rispetto a quello già complicato di un anno fa, dove però almeno c'era da considerare di essere al primo anno di un nuovo ciclo. Un ciclo che sembra ormai destinato a concludersi, se non ora, a breve. Il fallimento è evidente da tutti i punti di vista, dalla comunicazione alle scelte di mercato oltre ovviamente alle prestazioni offerte dalla squadra.

Maccabi-Juve 2-0: il SOGNO CHAMPIONS FINISCE QUI!
Le scelte di formazione avevano già lasciato molto perplessi i tifosi della Juventus, con Bremer lasciato fuori per Rugani (solo una presenza prima di oggi) e Kostic tenuto in panchina per inserire Mckennie adattandolo sulla corsia esterna. L'allenatore bianconero le aveva spiegate nel prepartita con la logica del turnover. Scelte che non hanno però minimamente pagato, visto che all'intervallo è corso ai ripari sostituendo proprio l'americano per l'esterno serbo. Così come fino ad ora non ha pagato la scelta di puntare forte su Leandro Paredes, voluto a tutti i costi da Allegri per avere il regista che tanto cercava. Anche l'argentino, sostituito dopo 45 minuti da Manuel Locatelli, a evidenziare ancora di più gli errori commessi. Dopo 13 partite, la Juventus ha ottenuto solamente 4 vittorie con 4 pareggi e 5 sconfitte, è fuori dalla lotta scudetto, con il rischio concreto di non arrivare tra le prime quattro e a un passo dall'eliminazione ai gironi in Champions League dopo 10 anni che non accadeva. In un altra situazione, si sarebbe potuto parlare delle assenze di Pogba, Chiesa, dei problemi continui per Di Maria o dei limiti della squadra. In questa situazione, tutto ciò perde valore. Squadra che tra l'altro, appare sempre più evidente non seguire l'allenatore, o quantomeno, non crederci più. La dirigenza non può più fare finta di niente, correre ai ripari, con il rischio che sia già troppo tardi.