"Mai nessuno come lui". Titola così Tuttosport nell'editoriale di auguri a Cristiano Ronaldo, raccontato così:

"La corsa velocissima, feroce, astuta con la quale ha portato via il pallone ai due smarriti interisti dovrebbe essere trasmessa e illustrata nelle scuole calcio. L’età non conta, serve la testa, serve la passione, serve l’istinto, serve, soprattutto, essere Cristiano Ronaldo. Di anni trentasei portati come nessun altro nel football, dico un attaccante, dico uno che continua a segnare gol ed ha sempre un record da battere e poi battuto, uno che costa molti milioni ma ricambia non con le promesse ma con i fatti che nel calcio contano più delle parole e dei progetti e degli impegni. [...] Riporto un racconto di Carlo Ancelotti al tempo del Real Madrid: «Ottobre del duemila e quattordici, a Liverpool vinciamo tre a zero, Cristiano segna il primo gol, poi doppietta di Benzema. Torniamo in Spagna a notte fonda, il bus della squadra ci porta al centro sportivo dove i calciatori riprendono le loro automobili per raggiungere le rispettive abitazioni. Si dileguano tutti, Cristiano no, va in palestra e fa mezzora di crioterapia per smaltire la fatica della partita e del viaggio in aereo. Mai vista una cosa del genere in tutta la mia carriera da calciatore e da allenatore». Non è un semplice ricordo, è la chiave di lettura per comprendere il fuoriclasse, la differenza con il resto della comitiva. Trentasei anni sono il segnale di maturità e di maturazione, sono la corsa da volpe e tigre di San Siro, sono il broncio per la sostituzione e, trenta secondi dopo, l’incitamento sfrenato ai compagni in gioco, sono la sua fedeltà responsabile".