Fuori al 45’, dopo il pareggio agguantato dalla Sampdoria. Se non è una bocciatura la si può almeno derubricare ad un rimando a settembre. Ma, allora, perché Massimiliano Allegri preferisce giocare con Enzo Barrenechea – diventato vice Locatelli e aggregato a tutti gli effetti alla Prima squadra -, e non con Leandro Paredes? Il tecnico livornese, sia al Derby della Mole che con la Samp, risponde sempre allo stesso modo: è una scelta tecnica. Nessuna polemica, dunque, nessun accenno ad uno scarso impegno dell’ex Psg o ad un mancanza di forma o motivazioni.
 
Verrebbe da credergli, soprattutto viste le preferenze di Allegri nel distribuire i compiti ai giocatori in campo. Infatti, il tecnico livornese, davanti la difesa, preferisce mettere uno schermo, più che un metronomo. Nella partita di ieri, non doveva essere Barrenechea ad accendere la luce, ma la circolazione di palla doveva trovare velocità nelle verticalizzazioni di Bonucci dalla linea di difesa, nelle sgroppate di Kostic, nella capacità di trattare il pallone di Miretti e Fagioli.
 
Juve, Barrenechea verso una maglia da titolare: esclusione eccellente in vista
No, Barrenechea non è esattamente un playmaker e non lo è mai stato. E’ un ragazzo che gioca molto sul corto e meno sul lungo, che non ha una particolare visione di gioco. E’ bravo in altro: dare muscoli alla mediana, rubare palla, ribaltare l’azione, abbassare i ritmi quando c’è bisogno di farlo. In Primavera, quando giocava al fianco di Miretti, questi erano i suoi compiti, mentre era l’italiano a verticalizzare e dare il via all’azione offensiva. Non é un caso che la sostituzione arrivi perché, per il tecnico bianconero, il classe 2001 abdichi al compito di interdizione e si lasci trascinare più in alto nel campo. Più sciabola che fioretto, quello che Allegri chiede al mediano davanti la difesa, quello che vede in Barrenechea e non in Paredes.