La verità è che il Pipita si sta costruendo una serie di scudi, che al sole proprio non vuole starci. Le regole del mercato gli andranno pure strette, ma forse a colpire duro è anche l'orgoglio: tant'è, nel groviglio dei pensieri vien fuori una frase importante, estrapolata in un fiume di discussione che bisogna sviscerare piano per comprenderne dettagli, retroscena, possibili scenari. "Leonardo conosce bene Gonzalo", ha ammesso ieri Marotta. Vero (un po' come lo direbbe ADL): lo cercava anche ai tempi del Paris Saint-Germain, con altre ambizioni e altro tipo di disponibilità. E che "lo vorrebbe al Milan", citazione marottiana, non lo dicono solo i giornali: lo racconta quotidianamente l'intreccio più clamoroso di quest'edizione di folli compravendite, roba da CR7 in Italia e Bonucci ad accoglierlo a Torino. Un anno fa il 99.9% della popolazione mondiale ne avrebbe candidamente riso. 

Scambio Higuain-Caldara-Bonucci: ecco perché l'affare in stand-by
QUESTIONI CONTRATTUALI - A rubare la scena però è un'aggiunta - chissà quanto voluta - dell'amministratore delegato bianconero. "Restano delle questioni contrattuali da risolvere", le parole. Tra chi? Higuain e la Juventus, probabilmente. Perché come vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi, il rapporto tra l'attaccante argentino e la Signora, quella che l'ha mollato un po' così, non è nient'altro che l'inizio dei soliti strascichi da divorzio dovuto e quasi improvviso. Storie da vetri rotti e foto eliminate dalla parete in bella mostra, insomma. E storia di prepotente orgoglio, appunto, che porta il Pipita a chiedere una buonuscita che nello storico juventino non avrebbe uguali. Così come non ne aveva Gonzalo al momento della firma, appena due anni fa. 

COME FINIRA'? - I saluti saranno probabilmente dolorosi. Vuoi perché Higuain avrebbe voluto congedarsi in altro modo, vuoi perché l'attaccante non può e non vuole sentirsi inferiore a nessuno. Ancor meno gettato in pasto a soluzioni che non ritiene alla sua altezza. All'opzione Milan avrebbe dato anche il suo assenso: però alle giuste cifre, quelle di un giocatore che è alla ricerca dell'ultima, grande sfida. Che vuol dire anche ultimo, grande contratto.

IL NUOVO PIPITA - 8 milioni all'anno non è una vera richiesta: è una sorta di provocazione. Se deve andare via dalla squadra più forte d'Italia, lo fa solo per un progetto che lo metta - economicamente e non - alla stregua di CR7: perché dovrebbe sentirsi inferiore, dopo tutti i numeri accumulati? Un campione, del resto, ragiona così. A stretto raggio, senza troppi piani o piagnistei. In attesa di capire quali possano essere le manovre possibili da parte della Juve, la stessa società bianconera ha però un'ultima speranza: chiudere presto con il Chelsea. Sarri è l'angolo felice da cui rifugiarsi dopo un paio di stagioni sulla cresta di un'onda che l'ha travolto ancor prima che il ciclone Cristiano portasse tutto il resto altrove. 

@Cricor9