Dalla trasferta di Parigi la Juve torna a casa con una sconfitta ma anche con molti punti positivi dai quali ripartire e creare le basi per disputare una grande stagione. Il rammarico più grande sta forse nel modo in cui i ragazzi di Allegri hanno interpretato l'approccio iniziale della gara, molto timorosi e poco convinti delle proprie capacità. Almeno fino al gol di Mckennie che, ha ridato vita ad una squadra che fino a quel momento sembrava smarrita e che invece, per questione di centimetri non è riuscita a portare a casa un incredibile pareggio. Molti meriti vanno attribuiti anche a Massimiliano Allegri, perfetto nella lettura del match e altrettanto strategico nel cambiare modulo a poche ore dal fischio di inizio. 

Psg-Juve, ‘Obiettivo minimo raggiunto, umiliazione evitata’
CAMBIO MODULO - La Juve si presenta in campo con un 3-5-2 composto da Bremer, Bonucci e Danilo a formare la linea difensiva. Sulle fasce agivano in entrambe le fasi Juan Cuadrado e Filip Kostic, con Rabiot e Miretti pronti a raddoppiare in caso di necessità. A dare il via ai contropiedi e alle manovre offensive della Vecchia Signora ci ha pensato uno straordinario Paredes che, agiva praticamente al servizio delle due punte Milik e Vlahovic. Questo schieramento, nei primi 45 minuti ha limitato i movimenti del trio stellare, riducendone lo spazio quasi in tutte le zone del campo. Il doppio svantaggio però, ha costretto l'allenatore livornese ad effettuare un cambio di modulo a gara in corso, inserendo Mckennie per Miretti e passando di fatto ad un 4-4-2

INARRESTABILI - La seguente variazione ha portato si Madama a costruire molto di più in fase offensiva, sfiorando la rete del 2-2 in diverse occasioni, ma allo stesso tempo ha concesso molti più spazi ai padroni di casa per dare libero sfogo alle loro rapidi ripartenze. Difficile che questa volta qualcuno riesca a contestare qualcosa all'operato di Allegri, specie quando giochi contro alieni del calibro di Messi, Neymar e Mbappè, praticamente devastanti e pressochè inarrestabili quando decidono di salire in cattedra.