L'errore su Ruslan Malinovskyi è costato la punizione dalla quale è nato il gol nerazzurro, ma la prestazione di Matthijs De Ligt contro l'Atalanta non può e non deve essere ridotta a questo. Perchè sì, per il difensore olandese vale ancora una volta ciò che abbiamo detto nel post Juve-Verona: "Dalle sue parti non si passa". Anche con la squadra nerazzurra, con cui i bianconeri hanno lottato fino all'ultimo istante per tenere vivo l'obiettivo Champions, il classe 1999 si è confermato un muro invalicabile (o quasi, in fondo è umano), una diga capace di arginare tutti gli assalti avversari, anche mettendoci la faccia - letteralmente - quando necessario.
Non a caso, a detta di diversi giornali è stato il migliore in campo, uno di quelli irrinunciabili insomma, capace di tenere in piedi da solo tutto il reparto con l'ormai consueta carica da leader, sempre tale anche davanti ai microfoni. "L'ho presa con il costato! Non con il braccio, sono sempre stato tranquillo", il suo commento a DAZN dopo il fischio finale in riferimento al presunto tocco di mano in area su Boga, con la serenità di un ragazzo - o forse meglio dire un uomo - che ogni volta sembra avere 30 anni, invece che 22. Basteranno le sue parole a convincere Umberto Marino? Forse no, ma poco importa. Uno come De Ligt - ormai è certo - è quasi impossibile scalfirlo.