Ieri l'ultimo atto di Andrea Agnelli da presidente della Juve prima del passaggio al nuovo Cda, che entrerà formalmente in carica il 18 gennaio. Nasce la nuova Juve guidata da Maurizio Scanavino,  con il vecchio ma nuovo Allegri. Vecchio, perché sarà uno dei pochi, insieme a Cherubini, a rimanere nel nuovo corso. Allo stesso tempo nuovo perché avrà un ruolo ben diverso all'interno della società. L'area sportiva sarà infatti in gran parte nelle sue mani, con responsabilità e una centralità mai avute in questa misura nei precedenti 6 anni e mezzo a Torino. Un uomo solo al comando, o quasi, con mandato almeno fino al termine della stagione ma che potrebbe continuare anche dopo.

LA CONDIZIONE - Si, perché se è vero che tra i motivi per cui John Elkann ha deciso di affidare il timone ad Allegri c'è la volontà di mantenere continuità almeno a livello sportivo dopo la rivoluzione all'interno della società, per il futuro dipenderà dai risultati e da quello che la Juve farà fino a giugno. Come riporta Tuttosport, se i bianconeri centrassero l'obiettivo minimo, ovvero la qualificazione in Champions League (vitale per le casse societarie), allora il tecnico livornese è destinato a proseguire la sua storia con la Juve. Questo ciò che trapela. Una condizione che aumenta quindi le chance di vedere anche il prossimo anno Allegri sulla panchina bianconera, con l'attuale ds Cherubini, che non per forza lascerà Torino ma potrebbe restare in dirigenza, magari con un ruolo diverso da quello che ricopre ora.