Non è un caso, forse, che in questo periodo ci venga sempre più in mente il mito dell'ingegner Fantozzi. Del resto, ci sentiamo tutti intrappolati in un qualcosa di grottesco, assurdo, al limite dell'innaturale. Restiamo noi, e a noi c'aggrappiamo. Alle cose vere e alle certezze. Anche per questo, la squadra del cuore ci manca un po', un po' di più.

Bramiamo tutti, vorremmo ripiombare anche solo a metà febbraio: tutto era ancora possibile, la nostra vita programmabile. Il campionato scorreva ed era uno dei più elettrizzanti di sempre. La sentivi, l'aria. Diversa. Frizzante. La primavera era un ventaglio di chance da cogliere al volo. Rush finale e Champions, con Coppa Italia di contorno, piatti ricchi con i quali abbuffarsi. Poi... poi tutto quello che è successo, e che non ripetiamo. Adesso, l'affanno è per la ripartenza. Perché a star fermi si rischia di invalidare il cammino, di atrofizzare muscoli e pensieri. Cervelli. 

Cellino su Tonali: 'Ho rinunciato a tanti soldi dalla Juve per Nainggolan. Tonali? Spero in Roma o Napoli, ma...'
Ecco, chissà che qualcuno in Lega non abbia già avuto un abbaglio. L'ultima idea è quella di giocare solo al centro-sud d'Italia. Per carità: analizzando i numeri (in modo ovviamente superficiale, non siamo tecnici), è un'idea pragmatica. Potrebbe quasi funzionare. Però non è un estremo rimedio a un male che è andato ben oltre l'estremizzazione. E' solo estirpare un pezzo di cuore da città già malate. Nessuno potrebbe andare allo stadio, ma cambierebbe il contorno e le immagini. Ma voi, no, ce la vedete la Juve giocare 'in casa' al San Paolo di Napoli? Farebbe strano persino a Sarri. Aveva ragione Fantozzi sul 'La Corazzata'. E con rispetto, quest'idea è proprio come 'La Corazzata Potëmkin'.