Dura solo due giorni, ma è pur sempre un ritiro a tutti gli effetti. Pensato per stare insieme e fare squadra, per ritrovare cuore e orgoglio. La Juve è alla Continassa, al lavoro verso il derby contro il Torino di sabato. Dopo la sconfitta contro il Maccabi Haifa tutti sono in discussione, nessuno escluso: dirigenti, staff tecnico e soprattutto i giocatori, d'ora in avanti chi non si dimostrerà degno della Vecchia Signora sarà messo alla porta, pertanto ogni partita, ogni allenamento, ogni dettaglio potrà fare la differenza. Lo scrive Il Corriere di Torino, spiegando che adesso la società non intende più fare sconti a nessuno, anche perché la situazione tra campionato e Champions è già fin troppo compromessa.

Mauro: 'Il ritiro é la consacrazione del fallimento Juve! Da tre mesi i problemi sono sempre gli stessi'
LA STRATEGIA - L'obiettivo, ora, è quello di fissare una serie di micro-traguardi da raggiungere man mano, il primo dei quali in ordine di tempo è la stracittadina di sabato. Per risollevare la Juve fin da subito, quindi, Massimiliano Allegri ha studiato tre mosse: la prima è il ritiro stesso, già nell'aria dopo la serataccia di San Siro; la seconda è una terapia mentale, più che tecnica, con il tecnico che dovrà trasformarsi in "psicologo" per entrare nella testa dei suoi e comprendere a fondo, una volta per tutte, che cosa non funziona e provare a invertire la rotta; la terza si concretizzerà sul terreno di gioco, con il ritorno al 4-4-2 in grado di valorizzare (salvo sorprese) Dusan Vlahovic e Arek Milik. Questa, in sintesi, la ricetta di Max per non invertire la rotta. Se il fondo è stato toccato, del resto, ora non si può fare altro che risalire.