Dopo la caccia al paziente zero, quella del censore zero. Cioè, uno. Perché una prima decisione era stata presa, poi qualcuno - non ancora chiaro il 'chi' - ha optato per una soluzione diversa. Discutibile, ma con una base comunque solida. A chi ha giovato, tutto questo? In parte anche alla Juventus, su questo la mano sul fuoco neanche brucerebbe. Tuttavia, tra bugie e omissioni, anche i bianconeri pagano il conto salato. Di un maggio sovraffollato, di una dietrologia che sta diventando pesante e invadente. 

QUALCUNO MENTE - Partiamo dalle basi: l'unico atto formale di Andrea Agnelli - di cui almeno abbiamo notizia - è la telefonata al Ministro dello Sport Spadafora. Un colloquio, quello tra il presidente bianconero e il membro del Governo, in cui la Juventus ha approfondito la sua posizione: totale subordinazione alla decisione degli organi competenti, sebbene in ballo ci fossero soldi, spettacolo e il fatidico prodotto da vendere. Spadafora ha ascoltato e riportato a Dal Pino, (forse) contrariato per il passaggio diretto di Agnelli ai salotti romani senza un previo contatto con gli uomini della Lega. In ogni caso, la pressione è arrivata e una decisione andava presa. Ha prevalso il senso degli affari, unito chiaramente all'interesse per la salute pubblica. Vittoria della Juve? Fino a un certo punto. 

Marotta sbugiardato: con Juve-Inter a porte chiuse il campionato non sarebbe stato falsato?
SOLUZIONI - Una mediazione sensata è stata la richiesta - fatta a entrambe le società - di poter disputare la partita lunedì sera: a Torino il periodo di 'quarantena' sarebbe formalmente finito, e con alcune limitazioni di natura geografica il pubblico dello Stadium avrebbe potuto partecipare alla festa, salvando spettacolo e conti. La Juve aveva acconsentito, l'Inter si è infuriata, definendo la proposta addirittura provocatoria. Da qui la decisione di trovare prontamente una data da comunicare al grande pubblico: la prima è stata il 13 maggio, e le squadre non hanno potuto dire di no. Ecco, ma chi ha deciso? Il Ministro parla della Lega, dalla Lega insistono sulla decisione direttamente del Governo (e quindi della Juve?): parlano tutti, ma qualcuno sicuramente sta mentendo. Anche il Napoli si è messo in mezzo: posticipare la Coppa Italia e favorire la regolarità del campionato senza attendere tutti questi - decisivi - mesi di calcio. Si vedrà. Intanto, come per il paziente, non c'è un responsabile zero.