Aspettarsi tutta una stagione e ritrovarsi a porte chiuse, immersi nel silenzio. Sarà una vigilia a dir poco particolare, quella di Juve-Inter. E non per il Coronavirus, non per la paura o psicosi - che a Torino, in realtà, è rientrata in poche ore e ben circoscritta - della malattia. Ma per tutto quello che è successo prima, durante e dopo i giorni di Champions, la disfatta col Lione. La batosta da una parte, la questione biglietti che tiene banco dall'altra. Il rischio è che la mente vada a finire decisamente altrove. 

RITROVARSI - Sarri non parlerà, neanche Conte lo farà. I motivi sono gli stessi, così come le fortune. Da una parte l'allenatore toscano eviterà di dar conto delle grosse mancanze della sua squadra: sarà tutt'altro ambiente a risultato acquisito di Juve-Inter, nel bene e nel male; dall'altra Conte riuscirà a sorvolare ancora sul nervosismo dovuto alle parole di Agnelli. Tanti temi, ma nessuno sarà realmente toccato. Quante volte abbiamo sperato che alla fine parlasse solo il campo? Ecco, stavolta sarà così. Ma forse è un peccato.