PROFILO - «Marco l’ho avuto nell’Under 17, il primo anno che è entrato in Nazionale e poi l’ho incrociato in qualche altra occasione. Si tratta del tipico caso di ragazzo che è già predisposto per avere un futuro. Sono rari come casi, ma esistono e quando ti imbatti con un giocatore così ti rendi subito conto di che pasta è fatto».
QUALITA' - «Aveva una grande personalità che è l’aspetto più importante, non subire la partita significa averne in pugno almeno metà prima di iniziare. Ha un carattere fantastico, da buon romagnolo, per cui tutto quello che succede non lo disturba minimamente e se accade qualcosa di negativo se lo scorda in fretta. Quest’aspetto è ultrapositivo. Già a 17 anni era un portiere con un fisico importante e sviluppato in maniera armonica per cui tutto gli risultava più facile. E’ molto reattivo tra i pali ma ciò che mi lasciò di stucco fu la sua incredibile capacità di affrontare l’attaccante nell’uno contro uno, sapendo coprire la porta in maniera impeccabile. Una qualità che in pochi hanno in maniera così naturale. Certo, ci puoi lavorare, ma se parti da una base del genere...».