Lo stesso si può dire della, giustamente, celebrata Juventus (però forse un po' troppo, sia per gli avversari incontrati, sia perché siamo appena all'inizio del campionato): i problemi iniziano quando la manovra comincia dalla difesa. Succedeva con Pirlo e con l'Allegri di ritorno. Aiutavano, ma non risolvevano, i piedi buoni di Bonucci. Bremer è dinamico, recupera, bravo in area, forte di testa, ma il tocco di palla, la coordinazione non sono delle migliori. Il gol della Lazio è nato da una sua palla persa malamente nella propria metà campo e, in genere, la parte vulnerabile della Juve appare proprio la partenza dal basso. Fino all'anno scorso era un ritornello di sofferenza. Quest'anno la squadra sta più alta e, soprattutto, i giocatori si muovono di più senza la palla. Si fanno vedere, si smarcano, dettano il passaggio. Ma quando questo non avviene, se il centrocampo avversario anticipa o pressa allora sono guai.
Comunque è un anno di esperimenti, e ben venga anche questo. A patto di dare al giocatore un po' di tempo e di non bocciarlo immediatamente al primo errore, che, lo sappiamo, in quella zona del campo quasi sempre costa caro.