La vita di tutti noi è fatta di cambiamenti, evoluzioni e modifiche, anche nelle abitudini che costruiscono le esperienze di ogni giorno.
Cambiamenti che, inevitabilmente, coinvolgono gli spazi fisici in cui viviamo. E così è anche per la Signora più famosa del mondo. Adesso la parola “Casa” identifica un luogo, l’Allianz Stadium, e un quartiere, quello della Continassa e delle Vallette, a nord della città. Nei 120 anni della nostra storia, però, le case sono state tante.
PARTE PRIMA: DA PIAZZA D’ARMI A CORSO SEBASTOPOLI - I primi passi della vita della Juventus vengono mossi in un quartiere storico di Torino, la Crocetta. Qui vuole la leggenda che, nel 1897, su una panchina di fronte al Liceo “Massimo D’Azeglio”, sia stato fondato lo Sport-Club Juventus. Qui, nell’Officina Canfari, di cui ancora oggi si trova traccia in corso Re Umberto, sorgeva la prima sede sociale del Club. Qui, o quantomeno molto vicino al quartiere Crocetta, la Juventus, prima in maglia rosa, e poi, dal 1903, in tenuta bianconera, gioca le sue prime partite.
Nella storia topografica di Torino c’è un luogo che, più di tanti altri, è stato nel corso dei decenni destinato a rappresentarla in modo unico: il luogo chiamato piazza d’Armi. Un’area nata inizialmente per ospitare raduni e parate militari, che al tempo in cui la Juve vede la luce è situata poco distante a dove oggi sorge l’attuale parco Olimpico, il Parco cavalieri di Vittorio Veneto (che i torinesi amano chiamare, appunto, Piazza d’Armi), per la precisione fra i corsi Matteotti, re Umberto, Stati Uniti e Vinzaglio.
L’11 marzo del 1900 la Juventus partecipa per la prima volta al Campionato Italiano di Football, giunto alla sua la terza edizione, non superando però le eliminatorie proprio li, in Piazza D’Armi, e perdendo 0-1 contro la Torinese. Il 18 marzo seguente però arriva sullo stesso campo anche la prima vittoria ufficiale, un 2-0 contro la Ginnastica Torino.
E poi, nel 1903, arriva il l primo “trasloco”: la Juve si sposta nel vicino impianto chiamato “Velodromo Umberto I”.
E allora: torniamo in pieno quartiere Crocetta, fra via Vespucci e via Torricelli. Qui, nel 1895 viene costruito un impianto polisportivo, che ospiterà gare ciclistiche e, in seguito, motociclistiche: appunto il Velodromo intitolato all’allora Re D’Italia che, nel 1898, diventa sede ideale anche per le partite del Primo Campionato Nazionale di calcio.
La Juve, dicevamo, viene a giocare qui dal 1 marzo 1903, e pochi mesi dopo, nel 1904, fa capolino, una figura allora centrale per il calcio di Torino.
Si chiama Alfred Dick, è un imprenditore svizzero ed è Presidente della Juventus. Dick affitta il Velodromo, e vi fa costruire una tribuna di posti a sedere, dato che fino ad allora i primi sostenitori della Juve erano costretti a guardare le partite in piedi.
Poi, però, accade un evento destinato, a suo modo, a cambiare e non poco la storia del calcio torinese: Dick, nel 1906, viene “defenestrato” dal consiglio direttivo della Juve, e per tutta risposta, fonda il 3 dicembre dello stesso anno un altro Club. Quel Club si chiama Foot Ball Club Torino, nasce dalla fusione fra i “dissidenti” della Juve con la Torinese. Stiamo parlando, ovviamente, del Toro, che al Velodromo avrà la sua sede fino al 1910.
Essendo il campo affittato a Dick, e non alla Juve, il Club bianconero è dunque costretto a tornare nel primo impianto, dove gioca ancora per tutto il 1907.
PARTE SECONDA: DA CORSO SEBASTOPOLI A CORSO MARSIGLIA - Dal 1908 al 1922 la Juventus vincerà in questo “magnifico appezzamento di terreno” per due volte il campionato italiano di prima categoria, ma per celebrare quello che è il secondo Scudetto ufficiale della Storia servirà un altro trasloco: quello in Corso Marsiglia, dove i bianconeri giocheranno per 11 anni, dal 1922 al 1933.
E qui, per la prima volta, innovazione fa rima con Juventus. Lo stadio viene progettato e costruito dall’Architetto Gino Olivetti, noto anche per essere stato fondatore e primo Presidente della Confindustria. E’ il primo impianto del suo genere a essere costruito in cemento armato, con una capienza di 25 mila spettatori. Quello di Corso Marsiglia è un impianto importante, per la nostra storia. Perché qui si festeggia non solo il secondo Scudetto bianconero, ma ne vengono vinti altri tre dal 1930 al 1933: è l’inizio del Primo Quinquennio, da molti definito il “Quinquennio d’Oro”.
Stiamo per affrontare un nuovo trasferimento, dunque. E stavolta si tratta di un luogo destinato a diventare stabile. Il 15 maggio 1933 viene inaugurato, in piazza D’Armi (notate come tutte le sedi bianconere continuino a ruotare nelle stesse zone della città, come abbiamo anticipato poco fa) un impianto che, nei suoi obiettivi, vuole contenere fino a 65 mila persone. E che, nei decenni, ci riuscirà.