La Juventus ha vinto 2-0 a Salerno, è tornata così a vincere dopo il brutto stop con l'Atalanta ed è quantomeno rimasta aggrappata al treno che ancora insegue il 4° posto (distante ancora 7 punti). Clean sheet, successo con più di un gol di scarto come due giornate fa sulla Lazio. Bene così, quindi.

Beh, in realtà c'è poco di cui stare tanto... Allegri. La vittoria dell'Arechi ha il sapore del minimo sindacale, del risultato ottenuto perché proprio contro un avversario del genere - con tutto il rispetto - era difficilissimo non vincere. E si stava quasi per riuscire a non vincere, con quel palo interno clamoroso di Ranieri che avrebbe fatto ripiombare i bianconeri nel solito baratro di gol incassato, difficoltà, fatica...

La fortuna stavolta, contrariamente a sabato con la Dea quando Dybala all'ultimo secondo ha colpito la traversa su punizione, è stata benevola. E la Juve ha potuto chiudere il match col raddoppio dell'appena entrato Morata. Ma torniamo a quanto affermato sopra: si salva quasi esclusivamente il risultato.

Le solite pecche della Juventus dell'Allegri-bis si sono viste tutte anche ieri. Se il pallone non passa dall'illuminato sinistro di Dybala la manovra è sterile, negli ultimi 16 metri manca cattiveria e in ogni fase di gioco c'è un discreto tasso di approssimazione. Quella con la Salernitana era una gara da portare a casa quasi d'ufficio, i test davvero probanti arriveranno. E quelli che sono arrivati finora hanno fornito un esito molto chiaro.

Proprio per questo, limitiamoci a prendere atto dei 3 punti, dare un'occhiata alla classifica e alle prossime partite, stare molto calmi (come direbbe proprio Max), spendere un sorriso - quello magari sì - per le... joye di Dybala e Morata. E basta, niente di più. Ché una gara come quella di ieri non dice niente di più sulla Juve rispetto a quanto si potesse dire prima del match di Salerno. Non aggiunge assolutamente nulla.

Quindi, voltiamo subito pagina e avanti il prossimo, anzi le prossime.