Come abbiamo raccontato in giornata, la difesa della Juventus si basa sull'assenza di fatti nuovi. Ma non solo: le tesi del club sono pronte a dimostrare come le plusvalenze non avrebbero alcuna attinenza con l'attività d'indagine portata avanti dalla Procura di Torino e dalla CONSOB. A riportarlo è Calcio&Finanza: "Come visto, infatti, la contestazione avanzata dalla Procura di Torino – e da CONSOB – attiene ad un diverso tema, essendo esclusivamente riferita alla presunta violazione di un principio contabile nella contabilizzazione delle operazioni cd. incrociate, senza mai proporre un diverso valore da assumere come 'vero' e da contrapporre al dato 'falso' dell’operazione in concreto conclusa".

Processo plusvalenze, la Procura potrebbe deferire anche altre squadre
LA MEMORIA DIFENSIVA - "Dall’attività investigativa condotta dalla Procura di Torino non è emerso alcun elemento idoneo a comprovare l’asserita fraudolenta alterazione del valore dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori acquisiti da JUVENTUS nell’ambito delle cd. operazioni incrociate, posto che:
- diversamente da quanto prospettato dalla Procura Federale, è del tutto logico e legittimo che una società si ponga come obiettivo strategico l’ottenimento di ricavi, costituendo le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive di calciatori una delle primarie e legittime fonti di ricavo per tutte le società calcistiche; obiettivi inziali che, a riprova della legittimità delle operazioni concluse, come detto non venivano spesso raggiunti data poi la concreta necessità di rapportarsi con le dinamiche del mercato;
- con riferimento alle 17 operazioni oggetto di deferimento, in nessun atto d’indagine vi è traccia di qualsivoglia attività di concerto posta in essere dagli esponenti della Società diretta ad attribuire ai diritti alle prestazioni sportive dei calciatori valori 'fittizi' e dunque 'falsi', essendo al contrario stato chiarito come ognuna delle suddette operazioni sia stata conclusa sulla base di valutazioni ed esigenze di natura tecnico-sportiva;
- i restanti elementi, evidenziati dalla Procura, lungi dal costituire prova di 'un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie', sono in realtà del tutto generici, inconferenti e in nessun modo indicative di un volontà di alterazione dei valori, né tantomeno di una effettiva avvenuta alterazione di tali valori".