La domanda non è se la Juve riuscirà a eliminare il Lione, ma se la Juve riuscirà, prima del Lione, a eliminare i suoi problemi. Che, affiorati di nuovo in modo troppo evidente in terra francese, hanno portato i bianconeri alla prima, e anche meritata, sconfitta in Champions League. La Juve vera non avrebbe difficoltà a passare il turno, la Juve dei primi 60' di Lione sì, eccome.
     Avevamo visto venerdì scorso la partita di Ligue 1 Metz-Lione, vinta dalla squadra di Garcia, e l’idea che ci eravamo fatti era quella di una squadra senza avvenire, poco palleggio, poca qualità, poca consistenza. La Juve ha saputo rilanciarla con un primo tempo inconcepibile sotto l’aspetto tecnico (una valanga di errori), atletico (poca gamba, poca freschezza) e soprattutto mentale: quella Juve faceva paura a stessa. E’ migliorata nella seconda parte della ripresa, quando il Lione non ce la faceva più a ripartire e ha subìto l’assedio dei bianconeri che, in ogni caso, ha prodotto appena una buona occasione e una mezza occasione. Nient’altro.

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IMPOSTAZIONE - Garcia li ha messi tutti dietro e rispetto alla vittoria sul Metz ha confermato lo stesso modulo (difesa a 3) e cambiato un solo giocatore, inserendo il campioncino di casa, Houssem Aouar, 21 anni, centrocampista di talento, al posto di Terrier. Troppi assenti e troppo pesanti per l’ex tecnico della Roma che ha dovuto rinunciare al miglior giocatore della sua squadra, Depay, oltre a Koné, Rafael e Reine-Adelaide. Sarri ha frugato più a fondo nel suo più ricco organico: Bonucci e De Ligt per Rugani e Chiellini (che è andato in tribuna) in difesa, Rabiot e Pjanic per Ramsey e Matuidi a centrocampo, quattro cambi in tutto rispetto alla trasferta di Ferrara.

GARCIA ALLA GATTUSO? MACCHE’ - Non sappiamo se Napoli-Barcellona del giorno prima sia stata fonte di ispirazione per Rudi Garcia, ma le prime battute della partita hanno fatto credere alla Juve che il tecnico del Lione avesse preparato la gara proprio come Gattuso: tutti dietro la linea della palla, spazi sottratti a Dybala e Ronaldo e contropiede. Seguendo questa linea di gioco, il modulo francese era in realtà 5-4-1, visto che uno dei due attaccanti, a turno, andava a pressare Pjanic. E’ andata così per 20 minuti durante i quali la Juventus, tenendo inutilmente palla come il Barcellona al San Paolo, ha fatto davvero il solletico (per dirla alla Gattuso) al Lione. Due cross di Ronaldo e nient’altro. La circolazione della palla era lenta, i reparti scoordinati e allungati, le idee assenti, Pjanic era soffocato, Dybala imbottigliato, Rabiot perso chissà dove, i terzini imprecisi. Un disastro di Juve. Soprattutto nella testa, come ammetterà a fine partita lo stesso Bonucci.

POI SOLO LIONE - Al 21' i francesi hanno centrato la traversa con un colpo di testa di Toko Ekambi su angolo su Bruno Guimaraes. E’ stato come suonare la sveglia. Il Lione è entrato in partita e la Juve, già balbettante quando doveva proporre il suo gioco, ne è uscita. De Ligt ha salvato una brutta situazione su Dembelé e poi, in area francese, Alex Sandro e Marcelo gli sono franati addosso e uno dei due lo ha colpito alla fronte con i tacchetti. De Ligt è uscito per farsi medicare con una maschera di sangue e in quel momento, approfittando dell’uomo in più, la squadra di Garcia ha colpito. Su una rimessa laterale, quel talento di Aouar ha saltato Bentancur come fosse un fuscello, è entrato in area e dalla linea di fondo ha messo la palla in mezzo per Tousart che arrivava, liberissimo, a rimorchio: tocco e gol, con Alex Sandro a chiudere in ritardo.

UNA DIFESA SPAVENTOSA - Al centro della difesa, al posto di De Ligt, era andato momentaneamente Danilo, ma la fase difensiva della Juve, ancora una volta, è stata terrificante. Il Lione non ha mollato e la Juve ha barcollato ancora. In tutto il primo tempo i campioni d’Italia non hanno fatto un tiro nello specchio della porta e la prima conclusione (dalla distanza e finito altissimo) è arrivata al 27'. Una Juve così si era vista spesso in campionato, mai in Champions League. Era una squadra disarmata, di più, spaventata dalle sue incertezze. E’ stata capace di rivitalizzare il Lione che avevamo visto vincere, ma giocando poco e male, contro il Metz. Sembrava un’altra squadra quella di Garcia. Aouar era la sua stella (da applausi anche un tunnel a Dybala), ma sia in mezzo al campo con Tousart e Bruno Guimaraes che sugli esterni con Dubois e Cornet i francesi mettevano sotto i bianconeri. Sarri in panchina era furibondo: la Juve stava andando per conto suo, senza rispondere a una sola richiesta del suo allenatore.

COME NEL PRIMO TEMPO - La ripresa è iniziata come i primi 45', col Lione tutto dietro e la Juve nella metà campo francese. Ora però i bianconeri muovevano la palla con più velocità, il recupero palla era più sbrigativo, ma nel primo quarto d’ora nessuna buona occasione. La prima mossa è stata di Sarri dopo un’ora, Ramsey al posto di Pjanic con Bentancur spostato al centro. Garcia ha risposto con Terrier per Toko Ekambi, una delle due punte. La Juve è stata finalmente pericolosa con un sinistro in piena area di Dybala su cross di Alex Sandro, palla presa male e uscita sul primo palo.

IL TRIO IN ATTACCO - Non c’era più tempo da perdere e al 24' il tecnico juventino si è dimenticato della battuta del tridente da bar e ha schierato il tridente da Champions con Higuain al posto di Cuadrado e Dybala allargato a destra. Si è fatto male Dubois ed è entrato Tete, poi Sarri ha tolto Rabiot, che ha giocato una delle peggiori partite della sua carriera, per inserire Bernardeschi. La Juve attaccava con rabbia, mancata completamente nel primo tempo, ma senza qualità e senza precisione. Quando è uscito Cornet, anche lui per infortunio, ed è entrato Andersen, Garcia ha spostato a sinistra per Marcal per marcare a uomo Dybala, da una ventina di minuti ispirato come non si era visto nella prima ora. Marcatura comunque poco efficace perché l’argentino ha dato a Higuain una palla-gol su cui il Pipita è quasi inciampato, poi ha segnato ma in fuorigioco e infine si è quasi procurato un rigore per un abbraccio di Bruno Guimaraes. La Juve ha chiuso con un inutile assedio la partita di Lione: al 95', zero tiri nello specchio della porta di Lopes. Domenica c’è la sfida con l’Inter. Conte ha preso appunti...