Quando è arrivato alla Juventus qualcuno ha storto il naso. C'era da migliorare il centrocampo, e si va a prendere un poco blasonato centrocampista tutto intensità dello Schalke 04? Eppure qualcuno aveva notato che l'operazione Weston McKennie era potenzialmente simile a quella che un decennio prima portò a Torino un certo Arturo Vidal: centrocampista poco conosciuto al grandissimo calcio, di grande intensità ma dotato di mezzi tecnici, soprattutto balistici, da sfoggiare all'occorrenza, proveniente da un campionato che fa dell'intensità un mantra come quello tedesco. Poi sì, sicuramente anche una manovra di marketing per conquistare fette di mercato Usa, why not? Ma perché una cosa deve per forza escludere l'altra...

Osservatore Romano: 'Conte e Vidal, trova le differenze...'
MORE THAN THIS - Le prime prove di questa delicata stagione, e in particolare il 3-0 di ieri sera inflitto alla Dinamo Kiev, sembrano dimostrare che McKennie è qualcosa di più che un semplice "cagnaccio" di centrocampo. Certo, la fase d'interdizione è il suo pane. Ma ieri ha spadroneggiato anche quando c'era da fare qualcosa di sensato quando il pallone era stato riconquistato: 8 duelli vinti sì, e anche 3 passaggi-chiave. Ok, non è Pjanic e neppure Marchisio. Ma è McKennie. Uno che puoi mettere falso trequartista o centrocampista di rottura e porta comunque a casa la prestazione. A proposito di paragoni con Vidal...

SPINGIAMOCI OLTRE - Indubbiamente deve un po' sgrezzarsi tecnicamente: pulire meglio il pallone e migliorare i tempi di gioco in fase propositiva. Però può essere lui l'elemento dell'ingranaggio che potrà permettere a Pirlo di azzardare il famigerato tridente offensivo: con un giocatore che corre per 12 e sa agire da "incontrista completo" come fa lui, ogni allenatore può dormire sonni più tranquilli. E cullare sogni libidinosi di formazione più tranquillamente. Uno così, coi prezzi di oggi, val bene la ventina abbondante di milioni spesi in estate.