Alvaro Morata come Emilio Butragueño. Segnando il gol del momentaneo vantaggio della Spagna contro il Portogallo nel match di Nations League poi terminato 1-1, ieri sera l'attaccante della Juve è diventato il settimo miglior marcatore di sempre delle Furie Rosse, raggiungendo appunto un grande come l'attuale dirigente del Real Madrid. Per lui 26 reti in 53 presenze con la sua Nazionale, dove non di rado è stato criticato ma altrettanto spesso è riuscito a ritagliarsi qualche bella soddisfazione, come nel caso di poche ore fa quando è stato bravissimo a scattare sul filo del fuorigioco per depositare nella porta avversaria un bell'assist di Pablo Sarabia

Morata brilla con la Spagna, dunque, mentre il suo futuro continua ad apparire fortemente incerto. Alla Juve le sue qualità non sono in discussione, men che meno lo sono il suo spirito di sacrificio e il suo attaccamento alla maglia, che però potrebbero non bastare per guadagnarsi la permanenza a Torino. Non che tutto dipenda da lui, anzi: la questione è ormai arcinota, tutto ruota attorno all'accordo stipulato due anni fa tra l'Atletico Madrid e i bianconeri, con la Signora vincolata a versare 35 milioni di euro nelle casse dei colchoneros per acquisire il classe 1992 a titolo definitivo, dopo i 20 milioni già sborsati per il prestito biennale. I due club vanno avanti a trattare: la Juve, che comunque vorrebbe continuare a puntare su di lui, è decisa a non andare oltre una certa soglia, mentre gli spagnoli prendono tempo con l'obiettivo di monetizzare il più possibile, consci che la volontà del giocatore è quella di restare in Italia. Volontà che però può non essere sufficiente, come ha ammesso lo stesso attaccante al termine di Spagna-Portogallo: "Il mio futuro? Quando non dipende da me non posso farci niente", le sue parole (CLICCA QUI), cariche della rassegnata consapevolezza di chi sa che non può far altro che aspettare. E sperare.