Il rendimento di Morata con la maglia della Juventus in questi primi mesi della stagione è stato altalenante, con tendenza al ribasso. L’attaccante è stato protagonista di diverse prestazioni negative ed errori sottoporta che non ci si aspetterebbe dal riferimento offensivo della Vecchia Signora. Una cosa, però, non gliela si può contestare: l’impegno, la voglia di far bene, l’attaccamento ai colori. Lo ha ribadito lui stesso, nel post Spagna-Svezia: “Io soffro tantissimo quando le cose vanno male, tanto con la Juve come qui con la nazionale, ed è per questo che m’impegno al massimo”.

Adesso, però, è tempo che quell’impegno si traduca in gol, in punti in campionato, necessari a scalare le posizioni. Morata ha il peso dell’attacco della Juventus sulle sue spalle, aumentato dalla concorrenza presente e futura: quella di Kean e Kaio Jorge, o quella eventuale, in prospettiva, di Vlahovic. Deve dimostrare che può reggere quel peso, non di venirne affossato, ma di innalzarsi. Proprio come fatto ieri sera con la Roja: una freddezza glaciale, lucidità e un gol fondamentale per la qualificazione ai Mondiali. Da quanto saprà dare alla Juventus nei prossimi mesi, passa molto del suo futuro e della permanenza a Torino.