E nell'aria, ancora, quel profumo. Candido, dolce, subdolo e splendido. Tutto della Juventus di Allegri, nel suo istinto più puro e nella sua purezza più istintiva. Che coglie tutti in flagranza di reato: tecnicamente sarebbe vietato pensare al futuro, sarebbe invece giusto vivere partita dopo partita. Ma come si fa a fermare l'indole di chi non s'accontenta? Come si evita di riscuotere l'eredità di anni in cui notti del genere erano prassi e tutto il resto era un sogno di contorno? Max, con una vittoria da Max, ha preso la macchina del tempo e ha distribuito un desiderio a tutto un popolo, proprio come ce l'ha lui. Ha battuto i campioni d'Europa. L'ha fatto sfidando la tecnica 'scientifica' e l'ha battuta con la solidità. Oltre questo, c'è il gran sorriso che da marinaio: le nubi sparse si stanno aprendo, all'orizzonte c'è un gran bel sole. 

Juve, il calcio è semplice: Chiesa più altri dieci
LA JUVE E' TORNATA JUVE? - Nello stesso stadio in cui l'Empoli aveva giganteggiato, il Chelsea(!) ha raccolto le briciole di una Juve attenta, sveglia, su un pezzo che si è costruita e guadagnata da sé. E il paradosso si è fatto subito concreto: a quale versione votare le aspettative? Cosa sarà di questi pazzi anni Venti e Ventuno? I dubbi aumentano perché l'avvio sciagurato non è sembrato l'inizio di un percorso, semmai il canto del cigno di un ciclo agli sgoccioli e tirato per le lunghe anche dal ritorno di Allegri. Che invece ora può prendersi un primo pezzetto di futuro dopo aver malvolentieri attinto al suo glorioso passato. 

UNA NUOVA STRADA - Ma ciò che è stato è stato. E ciò che sarà ad oggi plastica riciclata: nessuna apparente differenza, tiene botta e fa bene all'ambiente (bianconero). Ma inevitabilmente servirà qualcosa di più sostanzioso per durare nel tempo. E magari quel 'qualcosa' lo porteranno i rientri di Dybala e Morata, dunque il mancato obbligo di un attacco di voli e folate. Non c'è altra strada se non quella vecchia, ad oggi. Sembra poco, sembra un passo indietro, e invece ne sono parecchi in avanti. Per tornare Juve, quella che vince, c'è bisogno della difesa, quella che non prende gol. Un passo alla volta. Ma bello largo.