Paul Pogba ha richiesto le controanalisi, per combattere il verdetto di "non negatività" avuto dopo la prima gara di campionato che vedeva di fronte Udinese e Juventus. La decisione è stata immediata, come rivelato da Rafaela Pimenta: "Aspetteremo l'esito delle controanalisi!". Anche se, come riferisce oggi La Gazzetta dello Sport è molto difficile che cambino le sorti delle analisi. A questo punto cosa farà Paul? Dopo l'esito delle controanalisi sarà interrogato e da lì si capirà meglio quali siano le sue intenzioni.

COSA FARÀ?- I rischi sono noti: la violazione significa una pena di 4 anni. Se viene dimostrato che l’assunzione non era intenzionale, puoi partire da 2. Tuttavia il testosterone non è il clostebol metabolita che può essere contenuto nelle pomate cicatrizzanti. Immaginiamo che Pogba venisse squalificato per quattro anni, in quel momento il centrocampista francese dovrebbe dire: "Sì è vero l'ho fatto" per ottenere lo sconto di un anno. Certo è che a trent'anni e mezzo fermarsi per tre anni significherebbe la fine della carriera ad alti livelli. 

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PATTEGGIAMENTO- Pogba potrebbe anche decidere di prendere la strada del patteggiamento. A quel punto la palla passerebbe a procura nazionale antidoping e Wada. Lo sconto però non potrebbe essere inferiore al 50% della pena, che partirebbe da due anni, quindi minimo un anno di squalifica. Ci sarebbe però un grande ostacolo: convincere il procuratore antidoping Pierfilippo Laviani della "non intenzionalità" che certamente non è semplice.