In aritmetica si dice che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Alla Juve si può affermare qualcosa di molto simile tirando in ballo i portieri. Sì, perché se qualcuno pensava che l'assenza di Wojciech Szczesny si sarebbe fatta sentire dovrà ricredersi, e anche in fretta. È un Mattia Perin sontuoso - da leggere scandendo le lettere una a una - quello che dall'inizio della stagione sta difendendo la porta bianconera e che si è confermato per l'ennesima volta come un top nel ruolo anche nel match di oggi contro la Fiorentina, mandando sul palo il pallone calciato da Jovic dagli undici metri e salvando più volte il risultato (la parata su Amrabat nel finale è da vedere e rivedere). 

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SECONDO A NESSUNO - Se la squadra di Massimiliano Allegri può contare nove punti in classifica, accumulati grazie a due vittorie e tre pareggi, è anche gran parte merito suo, di un giocatore umile ma determinato che ha accettato di restare a Torino da "secondo" pur con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per essere titolare ovunque in Italia (ma anche altrove). 

LE PRESTAZIONI - Protagonista di un ottimo pre campionato, l'estremo difensore classe 1992 non si è fatto trovare impreparato quando Szczesny è stato costretto a fermarsi per un problema all'adduttore. I primi segnali positivi erano già arrivati all'esordio stagionale contro il Sassuolo, quando il 3-0 della Juve è stato determinato anche dai suoi interventi decisivi nei primi - agghiaccianti - minuti di gioco. Poi è arrivata la Sampdoria, e con lei un altro 7 in pagella. Turno di riposo contro la Roma, quando tra i pali è tornato il polacco, che però si è di nuovo fermato contro lo Spezia. Nessun problema, Perin era pronto in panchina, così come lo era oggi dal primo minuto allo Stadio Franchi, quando probabilmente gli sono bastati pochi minuti per capire l'aria che tirava: incolpevole sul gol di Kouamé, che ha infilato il pallone nell'unico angolino non coperto dalla sua uscita, è stato ancora assoluto protagonista in campo, facendo tirare più di un sospiro di sollievo ai compagni e a Massimiliano Allegri.

I SEGRETI - Sarà il lavoro con la sua mental coach, saranno le passioni per il pianoforte e il vino, sarà la "spinta" della famiglia che ha sempre tifato per la sua permanenza a Torino, fatto sta che Perin è un'arma in più per la Juve, e che arma... Ora lo aspetta il PSG di Gigio Donnarumma, un altro che, se il destino avesse preso un corso diverso, avrebbe potuto essere al suo posto, a difendere quella porta che adesso invece è saldamente nelle sue mani. E allora non lo si chiami più "secondo", perché Mattia è molto di più.