Stop and go. Un concetto familiare per chi segue le corse automobilistiche, anche se la terminologia è ormai desueta e poco utilizzata. Un concetto che sta accompagnando la prima parte di carriera di uno dei talenti più interessanti della Juventus Primavera, anche appassionato di Formula 1, Gabriele Finocchiaro. Stop and Go come quando nell’Under 15, dopo il debutto in bianconero, fu così sfortunato da rompersi il dito di una mano. Stop and go come quelli dovuti ad alcuni acciacchi che lo hanno fermato in questa stagione, o come quel controllo che sembra fermare il tempo, mandare al bar la difesa del Frosinone, per poi ripartire immediatamente e segnare la sua prima rete stagionale.
 
E dire che di stop, agli inizi, ce ne sono stati pochi e tutto sembrava scorrere velocemente. Gabriele inizia a giocare a calcio già all’età di 4 anni, nella Polisportiva Aci Bonaccorsi, poco distante da Acireale, città siciliana di provenienza. Poco dopo si trasferisce alla Stella Nascente, qui il presidente è anche un osservatore della Juventus. Dai 10 anni finisce nei taccuini degli uomini bianconeri, a 14 anni firma il suo primo contratto e si trasferisce a Torino. Scelta semplice: la Juventus è la squadra per cui tifa, passione trasmessa dalla madre Simona e dal fratello Giuseppe.
 
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Gabriele Finocchiaro è un calciatore di fantasia, di quelli che ti tiene con gli occhi incollati allo schermo, o al campo, se si è amanti della qualità, di chi sa dare del tu al pallone. Predilige la posizione di ala a sinistra, Montero quando lo ha a disposizione lo mette nella coppia di trequartista alle spalle della punta. I riferimenti sono ben chiari: l’idolo è Lionel Messi, mentre si ispira a chi può osservare un po’ più da vicino, Federico Chiesa.
 
Riferimenti importanti e qualità che si fanno notare; chi segue le giovanili bianconere aspetta la sua esplosione ed è trepidante nel vederlo in campo. Ma adesso siamo al momento dello stop, dovuto ad un problema fisico. Poco male, Finocchiaro ha già dimostrato di sapere come ripartire, la strada è lunga e si apre davanti a lui, come fosse un autodromo.