Arek Milik, Filip Kostic, Samuel Iling-Junior e Fabio Miretti. Sono loro quattro, probabilmente, le uniche note positive della Juve vista ieri sera contro il Benfica, una squadra in enorme difficoltà che ha avuto uno "slancio" di cuore solo nel finale proprio grazie ai giovani subentrati, che hanno saputo dare la scossa ai compagni fino al pareggio sfiorato. A spiccare è stato soprattutto l'inglese, al suo esordio assoluto in Champions League, ma anche Miretti non è stato da meno, e la stessa cosa si può dire di Matias Soulé, per quanto l'argentino - un altro talento che ormai la prima squadra ha imparato a conoscere e apprezzare - si sia anche "mangiato" un gol.

Ma cosa accomuna i quattro giocatori bianconeri citati in apertura, al di là della sufficienza piena in pagella meritata nella partita di ieri? Forse la preparazione. Potrebbe essere un caso, ma la verità è che, seppur per ragioni diverse, Milik, Kostic, Iling-Junior e Miretti hanno trascorso l'estate lontani da Massimiliano Allegri e dal suo staff, aggregandosi alla squadra solo a stagione di fatto iniziata: il polacco e il serbo per semplici ragioni di mercato, avendo lasciato rispettivamente il Marsiglia e l'Eintracht Francoforte ad agosto; per quanto riguarda i due giovani, invece, i tifosi ricorderanno che Miretti non ha partecipato alla lunga tournée negli Stati Uniti in quanto reduce dagli impegni con la Nazionale, mentre il compagno inglese ha lavorato fino a poche settimane fa agli ordini della Next Gen di mister Massimo Brambilla, con cui era un titolare inamovibile. Due indizi (anzi quattro, in questo caso) fanno una prova: forse per Allegri, Folletti e colleghi è davvero tempo di fare qualche riflessione.