C'è una frase di Pirlo che si estrapola facilmente dal contesto e colpisce direttamente Paulo Dybala: serve attenzione ai dettagli. Non era il caso di strafare, al minuto 94, in una gara per buona parte dominata eppure per nulla chiusa, con un controllo arrogante. Non era il caso di provare la giocata e di evitare di guadagnare la bandierina per difendere un risultato importantissimo. Non era il caso di entrare così. Così morbido. Così leggero. Come se non gli importasse di tutto lo spettacolo attorno a lui. 

15 SECONDI - Quindici secondi sono bastati alla Juventus per far crollare un castello di carte, giocate, ottime intenzioni. Quindici secondi in cui Dybala ha sbagliato a portarsi avanti la palla, in cui Cuadrado ha raddoppiato peccando di lucidità. In cui Correa ha avuto il guizzo e Bentancur gli ha lasciato fare. Caicedo si è trovato in mezzo al movimento (e al momento) tipico di Caicedo: spalle alla porta, gli ha permesso di girare come una trottola e trafiggere Szczesny sul secondo palo. Questo è uno sport atroce, sì. Se non si fa attenzione ai dettagli.

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QUANTO PESA - Dettagli che penalizzano, che cambiano ora anche il mosaico della classifica: avesse vinto, Pirlo avrebbe recuperato due punti preziosissimi. Quelli persi in casa con il Verona, o magari in trasferta con il Crotone. La Juve invece si ritrova ancora 4 lunghezze in meno rispetto al ruolino di marcia da scudetto: e senza carattere, senza combattere, rischia di perderne ancora tanti. Specialmente su campi più aggressivi. Come quello di Roma.