Adrien Rabiot si è raccontato in un'intervista a L'Equipe, in cui ha parlato anche della sua scelta di rimanere alla Juve (con cui potrebbe rinnovare ulteriormente il proprio contratto, in scadenza nel giugno 2024).

LA SCELTA DI RINNOVARE - "Se sono rimasto un altro anno in Italia per prepararmi bene a Euro 2024? Sì, questa è stata una parte importante della mia decisione, è complicato adattarsi a un nuovo club. Con la Juve non avremo le Coppe ma la prendo come un'opportunità per lavorare di più, cosa che non puoi fare quando giochi ogni tre giorni".

GOL - "Allegri dice che devo fare più gol? Lui insiste molto su questo punto e fa bene. I miei numeri potrebbero essere più alti anche se la scorsa stagione ho segnato undici reti. Tutti gli allenatori me l'hanno detto, anche Blanc al Psg. Ho margini di progresso e questo è uno".

Juve-Rabiot, ancora nessuna trattativa per il rinnovo: ecco perché
NIENTE SPONSOR TECNICI - "Ho scelto di essere libero. Sappiamo che con i contratti ci sono vincoli, un bel po' di cose da fare, shooting a destra e a sinistra. Non ne ho voglia. Il nostro tempo di riposo tra le partite e le sessioni di allenamento è spesso molto breve e preferisco approfittarne per recuperare piuttosto che andare a fare shooting a Ibiza o non so dove... Guadagno abbastanza, non ho bisogno di questi soldi".

IL CALCIO ITALIANO - "Giocare in Italia mi ha permesso di migliorare tatticamente, nella riflessione, nello sviluppo del gioco, nella costruzione delle azioni, per poter leggere gli spostamenti degli avversari e della mia squadra. Oltre al lavoro con i video e alle partitelle, alla Juve facciamo molti esercizi a undici contro zero, anche senza intensità. E può durare, soprattutto se l'allenatore non è contento. A volte ho l'impressione di sapere come i giocatori si muoveranno. Su certi spostamenti mi trovo nel posto giusto al momento giusto, perché avevo anticipato. Lo devo al lavoro fatto in Italia. Capisco Platini quando diceva che alla Juve chiudeva gli occhi e poteva dire dove si trovavano gli altri 21 giocatori. Già sapere solo dove sono i tuoi compagni di squadra è una buona cosa".

CAPITANO DELLA FRANCIA - "Se ho pensato alla fascia di capitano? Non dirò che non mi interessa, sarebbe sbagliato. È un ruolo importante che dimostra di essere arrivati ​​a un certo livello. Ma prima di me c’erano altri giocatori".

TRA I LEADER DELLA FRANCIA - "E' successo in modo del tutto naturale. Da quando sono tornato nel 2020, ho giocato ogni partita tutte le volte volte in cui ero disponibile. Ho uno status diverso in questa stagione, anche alla Juventus. La generazione di giocatori è pian piano cambiata e io sono diventato uno dei più anziani. Con la nuova generazione, nella Franca, ci conosciamo tutti abbastanza bene, abbiamo legami e molti di noi vengono dalla zona di Parigi".

PALLONE D'ORO - "Non sono rimasto indifferente, perché mi dico che ho fatto comunque una stagione molto importante a livello individuale e perché vedendo certi giocatori che compaiono lì, ho pensato che non fosse necessariamente logico. Chi decide tutto questo forse non ha in mente l’intera stagione di un giocatore. A volte possono bastare una o due belle partite di Champions League".