A chi piace perdere? A nessuno. Ci insegnano, però, che bisogna accettarlo. Ed è ciò che ho fatto, ho accettato la sconfitta di San Siro col Milan. Quello che non accetto, però, sono le umiliazioni pesanti e ingiustificabili, come appunto quella subita martedì scorso e che la squadra bianconera è andata a cercarsi. Certo, questo è il calcio, la palla é rotonda, esiste anche l’avversario, e tante altre frasi fatte che si tirano fuori in casi come questi, ma che non potranno mai giustificare la disastrosa mezzora finale della Juventus: in vantaggio di 2 reti, e poi battuta 4 a 2. Roba da uscire pazzi.
Alla Juve non succedeva da 31 anni di prendere, al Meazza, quattro reti dal Milan . L’ultima volta accadde nel secolo scorso, il 12 marzo dell’89, ma almeno in quella circostanza ebbe l’attenuante di trovarsi di fronte una squadra favolosa. Per intenderci, quella del trio olandese Gullitt – Rijakard- Van Basten, con tutto il resto al seguito. Una squadra in cui il meno forte era un tal Graziano Mannari, detto Lupetto, un semi sconosciuto ventenne che però, quella domenica, riuscì a buttarla dentro per ben due volte. Questo per dare l’idea di che squadra fosse quel Milan, dove persino uno sbarbatello riusciva a fare doppietta alla Juve. La cui star, in quel periodo, si chiamava Zavarov, uno che l’estate prima con l’URSS si era già preso in faccia 3 sberle nella finale dell’Europeo proprio da quei tre olandesoni. E la nazionale sovietica non era di certo una squadretta, come appunto la modesta Madamina bianconera di quegli anni.
Certo, si può perdere, però non sbragando. Tanti mi ricordano che è successo pure con Conte e con Allegri, certo, ma durante un triennio col primo e un quinquennio col secondo. Con Sarri sta capitando un po’ troppo di frequente nel suo primo anno in bianconero. Col Napoli (3-0/3-3 e poi vittoria con autorete) col Verona, con la Lazio (due volte), adesso col Milan. La peggiore di tutte per il modo in cui è avvenuta, e per il numero di gol presi (3 in 5 minuti).
Invece la squadra è implosa, e pure l’allenatore ha perso il controllo del timone, non capendoci più niente. Ripeto, non è la prima volta. Salvo poi giustificarsi dicendo che i blackout capitano a turno un po’ a tutti, e che in questo periodo ci si sta allenando col caldo. Lo stanno facendo pure a Milanello, eppure sono riusciti a ribaltare la Juve in cinque minuti. Quindi, le scuse stanno a zero. Chissà se le avrà condivise, e gradite, il presidente Agnelli. Che tace. Come Nedved. Mentre Paratici è sempre pronto a smentire lo smentibile. Pronto Continassa, tutto bene lì?
@MarcelloChirico