Sgomberiamo immediatamente il campo da ogni dubbio: Alfonso Montero, classe 2007, è alla Juventus per merito. Non per il cognome. 16 anni, difensore, roccioso come il padre Paolo ma anche abile con i piedi, Montero è già stato un piccolo retroscena di mercato: a lungo l'ha seguito il Borussia Dortmund, si è parlato persino di Real Madrid. E poi? Poi ha ragionato "alla Montero", mettendo la Juventus al primissimo posto della gerarchia del cuore, decidendo quindi di restare. Partirà con mister Scaglia, dunque con i pari età. L'obiettivo è arrivare a mister Montero, papà, in Primavera. Ci sono buone chance. Non ci sarà alcuno sconto. 

IL RINNOVO - Il primo atto formale sarà intanto il rinnovo di contratto: avendo meno di 16 anni, è una ricorrenza annuale. Al ritorno dalle vacanze, Alfonso firmerà però un triennale e proseguirà tutto l'iter di crescita in bianconero, come concordato con gli architetti dell'operazione che dall'UD Defensor Sporting han portato l'altro Montero a Torino. Definiti tutti i dettagli, a mancare è di fatto soltanto la firma. Con buona pace pure del Bayern, che ha provato fino all'ultimo a inserirsi nella trattativa. Decisivo qui pure Paolo: la Juve è una grande famiglia, e la famiglia non si può lasciare sul più bello. 

Juve, brilla la stella di Alfonso Montero: rinnovo, le mire dei top club, retroscena e il ruolo del padre
IL FUTURO - Naturalmente, con tanti occhi addosso, per Alfonso è il momento di provare a spiccare il volo. E cioè: scalare le gerarchie, confermarsi nel campionato di categoria, ma poi guardare oltre. La possibilità che padre e figlio vadano a incontrarsi sul proprio percorso è viva, a tutti gli effetti una storia da seguire. Ecco: viene vissuta pure con un certo imbarazzo, anche per questo se ne parla poco. Ma sui Montero, alla Juventus, nessuno parla di nepotismo: Alfonso è un difensore di come ce ne sono pochi, roccioso e duro quando serve, elegante con i piedi in fase d'impostazione. Un elemento più significativo l'ha ereditato in maniera trasparente e netta: non ha paura, mai, nell'uno contro uno. O la palla o l'uomo, diceva Paolo. L'insegnamento ha attecchito.