Ci aveva giocato su, Douglas Costa. Ricorderete: in una delle tante dirette su Twitch, il brasiliano aveva svelato qualche parolina (di troppo) imparata dal tecnico bianconero. 'Non andiamo a ca..o di cane', il sorriso malcelato dell'esterno mentre ricorda la frase cult del suo allenatore. Rivolta poi a Leclerc, uno che non corre affatto in quel modo: altrimenti sarebbero dolori. 

LE INTENZIONI DI SARRI - Non per sviscerare una frase che di sacro non ha esattamente nulla, ma nelle ormai famose indicazioni ai calciatori, Sarri nascondeva un desiderio più grande: arrivare alla pressione perfetta. Parte fondamentale del suo credo è spegnere l'azione avversaria con una corsa costante, però ragionata. Occupare spazio invece del classico pressing a perdere. Intercettare ancor prima di scivolare in tackle. Ha fatto grande il suo Napoli, l'ha soprattutto velocizzato e reso imprendibile. 

Juve, patto tra Sarri e Higuain
LE USCITE - E', questo, un esercizio che si è fatto prassi. Specialmente nella prima parte della preparazione, Sarri ha spremuto la squadra sul recupero palla e ripartenza veloce. Concedendo al limite i due tocchi. Ai tempi del Vesuvio era diventata una piacevole ossessione, alla Juve ha trovato un muro quasi intellettuale da scalfire: i giocatori erano abituati a ragionare e gestire, non ad andare in modalità automatica. Ecco perché in questa nuova occasione preparatoria, Sarri ha voluto ripetere un concetto su cui si è scontrato più volte con la squadra: uscite in maniera intelligente, intercettate, pressate, occupate spazi lucidamente. E no, non correte 'a c...o di cane'.