Tempo di ritiro per la Juventus, uscita con le ossa rotte dalla partita contro il Verona allo Stadio Bentegodi ed entrata ufficialmente nella crisi più buia degli ultimi dieci anni. Tempo di riflessioni e soprattutto di lavoro per la squadra di Massimiliano Allegri, che dovrà capire quanto prima gli aspetti sui quali intervenire per risolvere i problemi più o meno evidenti e risistemare una classifica da brividi. Un piccolo aiuto al tecnico e al suo staff potrà arrivare anche dai numeri, che nel calcio non raccontano tutto, ma spesso sono utili per inquadrare la situazione e fare un po' di chiarezza. E come riporta l'edizione odierna di Repubblica, "le statistiche parlano di una squadra che, molto banalmente, non fa gioco, ha una modesta produzione offensiva e la maggior parte del tempo la passa tra la metà campo e la propria area di rigore". L'analisi del quotidiano si fonda sui dati ufficiali della Lega Calcio e sulle elaborazioni del sito specializzato WhoScored, aggiornati a sabato sera e dunque prima delle partite domenicali dell'undicesima giornata. 

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TIRI - La Juventus è dodicesima per gol fatti (1,36) a partita, nona per tiri totali e appena undicesima per tiri nello specchio, dati che per altro ha migliorato nelle ultime due partite, pur perdendo contro Sassuolo e Verona, se non altro perché è stata "costretta" ad attaccare. Altro dato significativo: i bianconeri sono secondi per tiri fuori.

STILE DI ATTACCO - Contro Sassuolo e Verona la Juve ha finalmente avuto una percentuale di possesso palla superiore a quella dell'avversario, però rimane la nona del campionato in questa speciale classifica, con poco più del 50%. Come attaccano i bianconeri? Fanno pochi cross (quelli "utili" sono 2,3 a partita: la squadra di Allegri è tredicesima) ma battono anche pochissimi corner (sono undicesimi in questo fondamentale). La precisione dei passaggi è nella norma (è ottava), ma c'è una statistica in cui la Juve spicca ed è quella del lanci lunghi, in cui è seconda dietro la Fiorentina.

CONTRASTI - A Verona, l'allenatore livornese si è lamentato: "L'Hellas ha vinto tutti i contrasti e i duelli aerei, e ha fatto più falli di noi: ha meritato di vincere per questo" (per onor di cronaca, i numeri lo hanno poi smentito, ndr.). In effetti, la Juve è solamente quattordicesima per numero di contrasti, ma non è vero che non sia fallosa: soltanto Torino, Verona e Venezia lo sono di più. Piuttosto, è addirittura penultima nei passaggi intercettati: significa che non ha un'organizzazione difensiva collettiva efficace e quindi non sa prevedere, e interrompere, lo sviluppo del gioco avversario.

TUTTI DIETRO - Questo lo si nota a occhio nudo: la Juve passa moltissimo tempo nei dintorni di Szczesny anche se nelle ultime tre gare (includendo il pareggio contro l'Inter) ha dovuto per forza di cose alzare il baricentro della manovra una volta che si è trovata in svantaggio. Sta di fatto che è addirittura terz'ultima per tempo di gioco passato nel terzo di campo offensivo: peggio fanno solamente Sassuolo e Venezia. È invece settima per occupazione del terzo difensivo (cioè dei 35 metri davanti al proprio portiere) e soprattutto seconda di quello centrale, cioè della porzione di terreno a cavallo della linea di centrocampo: il 46% del tempo lo passa lì, mentre ai trenta metri più avanzati dedica soltanto il 25% delle sue partite. Calcolando anche il 29% dei minuti trascorsi in difesa, si arriva alla conclusione che i tre quarti del tempo la Juventus li spende lontano dalla porta avversaria. E alla fine i risultati si vedono.