BUFFON ACADEMY - "Partita un po' per orgoglio, perché nel ruolo noi italiani eravamo anni luce avanti e che ci stiano rubando lo scettro mi dispiace molto. Invece vorrei che l'Italia torni a primeggiare. Ma anche per ridare indietro tutto quello che ho avuto nella mia carriera, ho dato tanto al calcio ma ho pure avuto tantissimo. Sono andato sul campo e ho visto giocatori che si divertivano, poi a seconda dell'età riesci a poterli stimolare nel discorso tecnico-fisico. Quando parlo i ragazzini pendono dalle mie labbra e questo mi fa capire che posso incidere. Riuscire a dar loro una mano mi farebbe piacere".
PARIS SAINT-GERMAIN - "È stata la classica botta di culo. Ho avuto l'opportunità di giocare in una squadra imbarazzante a livello qualitativo, parlando coi ragazzi quando sono tornato alla Juve ho sempre detto che una sensazione di forza tale l'ho provata solo in un anno in bianconero. Ero convintissimo che saremmo andati fino in fondo, vincendo partite in modo davvero facile. Poi si diventa presuntuosi e la vita ti castiga. L'anno della mia carriera che ricordo con più piacere è proprio quello al PSG. Il rispetto che ho avuto in Francia non l'ho mai percepito, a Parigi uscivo molto di più, l'ho vissuta con la leggerezza di chi vuole condividere e interagire".
IL MIGLIORE DELLA STORIA - "Non lo dico per esaltarmi, magari regalo qualche spunto che può far ragionare. Una persona mi ha chiesto: ‘Ma secondo te sei stato il più forte di tutti?’ e io ho risposto che non mi interessava, forse sono stato il più adatto, sicuramente non sono stato il più debole".