Il manuale delle Licenze Uefa è obbligatorio per i club che partecipano alle competizioni europee. Il manuale ha recepito le modifiche contenute nella nuova edizione del Club Licensing and Financial Sustainability Regulations dell’Uefa, quindi il complesso delle norme che ha sostituito il fair play finanziario. In particolare, come riferisce Gazzetta.it questo riguarda la contabilizzazione degli scambi dei giocatori. La modifica spiega: "Se due o più calciatori vengono trasferiti in direzioni opposte tra società, il richiedente la licenza deve valutare se tali trasferimenti devono essere considerati come operazioni di scambio di calciatori ai sensi del presente regolamento. In tal caso, per il calcolo del ricavo derivante dalla cessione del calciatore in uscita e dei costi di acquisto per il calciatore in entrata, devono essere applicati i principi contabili internazionali per lo scambio di attività (ovvero, l’International Accounting Standard 38, paragrafi 45-47). In linea di principio, nel calcolare il profitto derivante dalla cessione dei diritti pluriennali del calciatore in uscita, il ricavo non può superare il valore netto contabile del costo di acquisizione del calciatore nel bilancio del richiedente la licenza, rettificato per tenere conto dell’eventuale esborso netto pagato nel contesto dell’operazione di scambio e i costi di acquisizione del calciatore entrante devono essere capitalizzati al massimo al valore contabile del calciatore uscente, rettificato per tenere conto dell’eventuale esborso netto pagato nel contesto dell’operazione di scambio".

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QUINDI?- In sintesi, per gli scambi di giocatori, sia quelli ancora compresi nello stesso contratto di trasferimento sia quelli che si chiudono all'interno della stessa finestra di mercato, non si potrebbe iscrivere una plusvalenza nel momento in cui non ci sono esborsi monetari. Oppure, nel caso di una parziale contropartita economica, l’eventuale plusvalenza verrebbe conteggiata solo su quella porzione. Verrebbero trattati come permute.

LA CONSOB- La Consob, in particolare, accusa la Juve sostenendo che alcune “operazioni incrociate” dovessero essere trattate come permute invitando Madama a registrare il calciatore ceduto al valore corrispondente a quello residuo a bilancio, cioè senza un guadagno contabile. La Juve ha sempre mantenuto la sua linea e l’ha ribadita qualche giorno fa con l’ultimo comunicato, applicando la stessa contabilizzazione per una doppia operazione ricadente nell’esercizio 2022-23 (da qui una nuova contestazione della Consob): Dragusin al Genoa per 5,5 milioni (con plusvalenza di 3,7), Cambiaso alla Juve per 8,5. Cosa contesta la Juve? I bianconeri dicono alla Consob che gli scambi contestati non sono permute. Oppure anche se lo fossero, sarebbe comunque possibile assegnare agli asset un valore equo e, di conseguenza far emergere un’eventuale plusvalenza, purché tali operazioni abbiano una natura commerciale o fosse possibile misurare il valore dei giocatori in maniera attendibile. La Consob la pensa in maniera differente: gli elementi forniti dalla Juve “non risulterebbero sufficienti a supportare l’iscrizione al fair value per tutte le operazioni incrociate”. Saranno i giudici a stabilire chi ha ragione. Il caso resta aperto e può avere effetti sull'intero sistema calcistico.