Giustizia ordinaria e... Giustizia sportiva. Nelle prossime ore la Procura della Figc chiederà le carte a quella della Repubblica di Torino dopo la chiusura delle indagini sui conti della Juventus. L'accusa sostiene che il club avrebbe usato la crisi dovuta al Covid come una scusa per nascondere problemi finanziari precedenti alla pandemia, alterando i bilanci con le plusvalenze e due "manovre" sugli stipendi dei calciatori. Ipotesi ancora da dimostrare nei giorni in cui si preparano le memorie difensive e si studia l'ipotesi di un processo. 

I CASI - Secondo i documenti sequestrati, per i pm sarebbero stati stretti con 16 calciatori patti differenti da quelli depositati in Lega Serie A. Compreso l'accordo con Cristiano Ronaldo, la "carta che deve rimanere segreta", ma che è stata ricostruita dagli investigatori: un patto che da solo valeva quasi 20 milioni di euro. Fatti da accertare, ma che comportano rischi e sanzioni. Un contratto non depositato in Lega, infatti, può portare a sanzioni serie: l'ammenda, cui può aggiungersi la penalizzazione di uno o più punti in classifica (e rischierebbe una squalifica anche il calciatore coinvolto). E, secondo il quotidiano La Repubblica, i pm contestano anche la produzione di fatture false per operazioni inesistenti: pagamenti di agenti (tra cui società come la Reset Group di Davide Lippi, la Luca Ariatti Sport management, la Galli Giuseppe e la GG11 Srl) con mandati che servivano a coprire debiti passati, per saldare acquisti di calciatori che non prevedevano la loro mediazione.