Il bipolarismo bianconero. Dal quale non si può scappare, non adesso. La Juventus è pronta a vivere il momento più duro dell'ultimo periodo: è una fase di stallo che riguarda tutto e tutti, perché dalla possibilità di accedere all'Europa (almeno a un'Europa) passa buona parte del futuro juventino. Ebbene: tutti uniti, almeno in apparenza, e stretti per i sei punti necessari a non avere rimpianti. Allegri sa benissimo di non dipendere dalle due, potenziali vittorie. Allo stesso tempo, un tracollo nel finale potrebbe facilitargli l'uscita di scena. 

SPACCATI A META' - Dopo la conferenza in cui si è confermato saldamente alla guida della Juventus, almeno fino alla fine della stagione, è stata più evidente la frattura delle parti, che si protrarrà almeno fino al 5 giugno: la data è da cerchiare in rosso, è quella dell'incontro tra Max e la dirigenza, probabilmente con accenno di proprietà. Se da una parte c'è il gruppo di lavoro che Allegri continua a difendere - dal suo staff ai dirigenti più vicini al tecnico -, dall'altra c'è la fronda Calvo che sta valutando un domani alternativo per i bianconeri. In mezzo, Maurizio Scanavino, dunque John Elkann. Alla ricerca, tutti, di argomenti chiarificatori per capire esattamente cosa sarà la Juventus del futuro. Con Giuntoli? Dipenderà da De Laurentiis. Senza Giuntoli? In quel caso, il piano B è praticamente fatto, con la promozione di Manna e Cherubini uomo chiave. Con Allegri? No, meglio non porre certe domande. Almeno fino alla fine della stagione.