Come racconta Gazzetta, rispetto alla manovra stipendi è diversa la situazione per il caso plusvalenze. A differenza del fronte dei salari, qui la giustizia sportiva si era già mossa, lo aveva fatto prima ancora di venire a conoscenza dell’indagine della Procura torinese. Si era arrivati al secondo grado di giudizio, quando - e siamo al 17 maggio scorso - la Corte federale d’Appello aveva respinto il ricorso della Procura Figc, confermando l’assoluzione (anche) della Juve. Al momento appare molto difficile che Chiné voglia richiedere la revocazione di quella sentenza. Per farlo dovrebbe infatti avere in mano la prova schiacciante del dolo nell’alterazione delle valutazioni di determinati giocatori. E poi, ormai è piuttosto chiaro, il “filone stipendi” potrebbe essere già di suo compromettente.