La Juventus si guarda indietro, guarda all’estate e non solo per ritrovare temperature più miri rispetto a quelle di questa sera. Si guarda indietro per andare a ripescare concetti di gioco che sembravano non trovare più posto e ibridarli con i mantra di Allegri: la solidità difensiva, la calma nel gestire il pallone.
 
 

Juve, contro il Sassuolo un passo indietro

 
Paradossalmente, contro il Sassuolo la Juventus ha fatto un passo indietro. Indietro fino alla fine di agosto e alle prime partite della stagione. Indietro a ripescare quello che grazie all’ironia social era diventato il “Magnanelli ball” e che i protagonisti avevano definito come “calcio moderno”. La Juventus di questa sera somiglia a quella di Udine: aggredisce alta gli avversari – come nel primo gol di Vlahovic -, ma è anche fluida nel far girare palla, precisa tecnicamente, capace di cambiare campo e far girare a vuoti gli avversari. Gradevole da guardare.
 
Una super Juve risponde all’Inter: Vlahovic e Chiesa battono il Sassuolo 3 a 0
Ma rispetto a Udine e all’inizio della stagione è qualcosa in più, qualcosa che la trasforma in una macchina perfetta o, almeno, che riesce a tirare il meglio da tutti i giocatori in campo. Perché non perde la solidità difensiva costruita nella parte centrale del girone d’andata e amplifica le certezze, la consapevolezza di essere una squadra forte e questo può fare tutta la differenza del mondo.
 
 

Juve, così lo scudetto non è solo un sogno

 
La Juventus si chiude bene, trova il gol, ritrova Vlahovic, se segna non si abbassa ma continua ad attaccare, anche se va registrato il calo di concentrazione nella ripresa. Insomma, contro il Sassuolo si è vista una squadra matura che ha lavorato e ha saputo limare i propri difetti. Una squadra che risponde all’Inter e manda un messaggio chiaro: quello del girone d’andata non è stato un exploit estemporaneo, così lo scudetto non è solo un sogno. Ma neanche un’ossessione…