Soulé, De Winter, Miretti. Ma anche Kaio Jorge, mandato a giocare una partita in Serie C a inizio stagione. Mai come quest’anno, la Juventus Under 23 sembra assolvere al proprio compito: essere un trampolino di lancio per la prima squadra. Preparare i giocatori provenienti dalla Primavera al calcio professionistico, sia dal punto di vista mentale che da quello fisico e tattico. Oppure, al contrario, come nel caso del brasiliano, dare l’opportunità di velocizzare il processo di apprendimento e ambientamento, quando in prima squadra manca lo spazio necessario per farlo. È soprattutto su questo aspetto, quindi, che va giudicata la stagione dell’Under 23: i calciatori che fanno il grande passo, più dei punti raccolti o dei gol fatti.
 
La Juve Under 23 manca la terza consecutiva: finisce 1 a 1 con la Pergolettese
Uno sguardo al campionato, però, va necessariamente dato. In questo momento, alla pausa natalizia, la squadra di Zauli occupa il sesto posto con 28 punti, piena zona playoff. I bianconeri, quindi, sono in corsa per quello che è l’obiettivo, accedere alla “post season” e lì giocarsi le proprie carte per la promozione. Difficile, però, in questo momento, immaginare che questa squadra possa avere ambizioni di promozione. E qui, arriviamo a quel “qualcosa che non quadra” dell’Under 23. Dal punto di vista delle prestazioni, la compagine di Zauli è altalenante. In campo, il tentativo dei bianconeri è quello di imporre sempre il proprio gioco - al di là della caratura delle avversarie -, ma non sempre questo tipo di approccio riesce. Tanti cambi di modulo, diverse soluzioni tattiche provate, giocatori sperimentati in altri ruoli e continue rotazioni: tutti strumenti utili alla crescita individuale dei giovani calciatori ma che possono rallentare la ricerca di una quadra, dal punto di vista collettivo, un vestito che stia bene addosso alla rosa a disposizione. A questo, si aggiungono le difficoltà delle punte nel trovare la via della rete con continuità. A fare la differenza, nelle ultime partite, la chioccia del gruppo, Andrea Brighenti.
 
La difficoltà nel trovare stabilità, come prestazioni e come risultati, sembra, però, insita al progetto stesso. Difficile lavorare con un gruppo che muta ogni settimana, tra calciatori aggregati al gruppo di Allegri e nuovi giovani che salgono dalla Primavera. A questo si uniscono le difficoltà di un campionato come la Serie C, dove è possibile incontrare squadre costruite per salire, con giocatori di grande esperienza, che conoscono la categoria, che sono maggiormente smaliziati e che sanno come vincere le partite in maniera “sporca”.
 
Il gioco espresso dall’Under 23, in questa prima parte di stagione, non è stato, a tratti, particolarmente brillante. Le motivazioni le abbiamo brevemente elencate, ma i margini di crescita sono grandi, considerata la qualità di cui dispone la rosa quest’anno. Il risultato – la zona playoff -, però, c’è e, come si diceva all’inizio, mai come quest’anno la compagine allenata da Zauli sembra essere un ponte con il gruppo di Allegri. Il bilancio, quindi, è positivo, pur con qualche riserva. Ad un certo punto, però, la società dovrà fare una scelta: cosa vuole essere il progetto Under 23 da grande?