"No, non lamentiamoci più. E non mostriamo amarezza, rabbia o – addirittura – indignazione di fronte alle simulazioni dei calciatori. Perché è tutto consentito, tutto lecito. Sono liberi di prenderci in giro, di farsi beffe della gente che guarda le partite". Apre così la Gazzetta dello Sport, che commenta quanto successo in occasione del secondo gol annullato a Kean. E prosegue: "Un giocatore – prendiamone uno a caso, Davide Faraoni, terzino e perfino capitano del Verona, trentadue anni di età – può gettarsi a terra perché viene sfiorato dal braccio di un avversario, poi tirarsi un po’ su perché l’arbitro non gli concede la punizione a favore, osservare da lontano lo sviluppo dell’azione e una volta che vede la palla finire nella propria porta, buttarsi di nuovo sul prato con le mani sul volto, come se fosse stato colpito dal gancio di un buon peso medio". 

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"Il massimo dell’antisportività? Nient’affatto: è tutto consentito, tutto lecito. Tanto che - si legge - nei suoi confronti non è stato preso alcun provvedimento. Zero. Nella partita contro la Juventus, Faraoni ha compiuto un gesto imbarazzante. E non conta che non sia stato decisivo per l’annullamento del gol di Kean, che è stato cancellato (sbagliando) dall’arbitro, richiamato (sbagliando) dal Var, a causa del lieve tocco sul volto del terzino, giudicato falloso, e non per la sceneggiata successiva. Si tratta di un comportamento inaccettabile nei confronti di tutti". 

E ancora: "Della patetica simulazione di Faraoni, non c’è traccia nelle segnalazioni della Procura federale al Giudice. Eppure, Codice di giustizia sportiva alla mano, con la prova televisiva si possono prendere provvedimenti riguardanti “fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal Var”. Ebbene, cosa c’è di “gravemente antisportivo” se non un giocatore che simula nello stile di Faraoni? Né l’arbitro avrebbe potuto dire di avere visto e valutato l’episodio in campo, perché ci auguriamo che nel momento in cui il terzino del Verona si gettava a terra per la seconda volta, lui, Feliciani da Teramo, stesse osservando Kean mentre metteva inutilmente la palla in porta".