Il capitano della Juventus Women Sara Gama è intervenuta in conferenza stampa dallo stadio Arechi di Salerno dove domani si disputerà la finale di Coppa Italia. Le sue parole:

DIFFICOLTÀ- "Una finale. Noi siamo qua per giocare la gara secca che è differente dal campionato, ci sono le difficoltà di una finale. Le opportunità da cogliere anche".

COINVOLGERE LA GENTE- "La gente credo si convinca con il fatto che è bello tifare le squadre. Oggi abbiamo il femminile affiancato al maschile, credo sia bello tifare. Senza tifo si vedrà calcio di alto livello e si vedrà come progredisce il calcio femminile. Bello poter andare allo stadio con le famiglie vedendo spettacolo e valori di questo gioco".

Juve Women, fuori da Vinovo l'iniziativa dei tifosi verso la Coppa Italia FOTO
COME STA- "Stiamo molto bene. Abbiamo lavorato bene durante la settimana, veniamo da un doppio confronto contro la Roma. Siamo venuti qua tutti per la finale, tutte le mie compagne anche chi sta fuori come Rosucci. Siamo contente e compatte ed è un'opportunità per un trofeo. Veniamo qua con umiltà per fare il meglio consapevoli di cosa possiamo dare".

STAGIONE- "Il terzino è il mio ruolo naturale. Dal 2008 sono stata prestata a fare il centrale. Da lì capito che potevo giocare lì mi hanno utilizzata lì. Alla Juve poi sono partita da centrale e sono sempre rimasta. A me piace fare il terzino, poi il mister mi ha proposto di giocare lì, per me l'importante è giocare e servire alla squadra. Mi pesava non correre sganciarmi e salire, ora l'ho ritrovato ed è divertente però a me piace attaccare. Ha un dispendio energetico differente però è bello vedere che lo faccio ancora bene, sono contenta poi mi metto dove serve per la squadra".

COSA DIRÀ DOMANI- "Sono quelle partite in cui non c'è niente da dire. Si raccolgono le energie e si va in campo. Credo che ci serva orgoglio per quello che abbiamo fatto. Mi preme sottolineare che è importante per noi perchè abbiamo sempre alzato trofei e nello sport si deve sempre dimostrare ma non è questo che dimostra il valore della squadra perché abbiamo fatto la storia. La storia ci deve aiutare non deve essere un peso. Ci si deve ricordare che quello che abbiamo scritto non ce lo tolgono. Uno slancio e non altro".

VINCERE PER DARE UN SEGNALE- "Il trofeo per me cambia in termini di entusiasmo e darci qualcosa rispetto al lavoro che abbiamo fatto quest'anno. Si è parlato di fine di un ciclo ma nessuno di noi è eterno, a volte si spinge di più sulle cose e si vogliono far arrivar prima del tempo. Abbiamo avuto cali e infortuni ma ci sono stagioni in cui non si allineano le cose, il lavoro va modificato quando le cose non vanno. Si giudica poi quello, se l'anno scorso si vincevano tre trofei non si chiude cosi il ciclo. Un percorso graduale ma dobbiamo pensare solo al trofeo da vincere, non dobbiamo dimostrare".