La centrocampista islandese della Juventus Women Sara Bjork Gunnarsdottir ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della Vecchia Signora. Queste le sue parole: 

GRAVIDANZA- "Non è facile per le donne che fanno sport avere un figlio durante la loro carriera. Quando l'ho scoperto giocavo per il Lione, inizialmente erano molto felici per me, avevano anche istituito una conferenza stampa per dichiarare che mi avrebbero supportata e lo avevano fatto anche personalmente nei miei confronti. Purtroppo non ero esperta non mi hanno pagata durante la gravidanza così sono tornata in Islanda. La situazione si è protratta per mesi. Molte donne mi hanno contattata o ringraziata per aver condiviso la mia storia e questo mi rende molto felice, non per me stessa ma per tutte le altre donne".

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SCOPERTA- "Quando ho scoperto di essere incinta il ciclo era in ritardo, cosi ho detto ad Arni (il compagno ndr) che era in ritardo di quattro giorni, ma per me era normale. Poi sono passati altri due giorni, dopo un allenamento lui aveva comprato un test di gravidanza. Mi ricordo la sua faccia, abbiamo iniziato a sorridere entrambi, lui aveva le lacrime agli occhi. Emozionante ma ci siamo chiesti subito cosa ne sarebbe stato di me, della mia carriera". 

VITA CON I BAMBINI- "Quando sei una professionista e ti devi prendere cura di un bambino non sei pronta. Mentalmente sono stata brava a rilassarmi e lasciarmi andare. Io e Arni siamo stati bravi perchè nessuno voleva smettere ma ci stiamo riuscendo. È davvero difficile".

ITALIA- "Quando siamo venuti qui ha rescisso il contratto, voleva una squadra più vicina, è stato un momento bellissimo per la nostra famiglia ma non semplice. Non è semplice, qui non abbiamo i nostri familiari ad aiutarci. Non dormiamo molto, lui si è ammalato e io di conseguenza perchè all'asilo aveva preso un virus. Sapevamo che sarebbe stato un anno di alti e bassi ma qui sono davvero felice, a Torino e nella Juventus".

JUVENTUS- "Il club è straordinario e le persone che lavorano qui sono le più gentili con cui abbia mai lavorato. Mi piace, sono davvero felice".

ARNI- "Finalmente ha firmato per una nuova squadra, in Lituania, due ore e mezza di volo da torino. Ci sono i voli, io mi devo organizzare con la babysitter e l'asilo ma penso di star facendo un buon lavoro". 

DIRE DI ESSERE INCINTA- "Giocavo per il ione, quando l'ho detto alle compagne eravamo in spogliatoio e ho detto il motivo per cui non mi ero allenata o non ero stata bene. Sono incinta. Le reazioni sono state varie, molte erano felici, altre stupite, perchè non è cosi comune rimanere incinta. Nel complesso erano tutti abbastanza contenti e io ero felice".

ISLANDA- "Sono tornata in Islanda, mi sono allenata fino all'ottavo mese. Mi allenavo con un gruppo di supporto per le mamme in gravidanza, lavoravo sul pavimento pelvico, non ero abituata ma sapevo che era fondamentale per tornare a giocare. Volevo preparare il mio corpo al meglio".

NORME- "Diritto al congedo di maternità ma sono poco conosciute, molte calciatrici non le conoscevano. Mi ricordo di aver parlato con giocatrici nelle squadre in cui ho giocato si parlava di bambini. Non si accettava il fatto che avremmo potuto avere dei figli nel corso della carriera. Quando mi è successo non pensavo che avrei avuto problemi, non pensavo che il club sarebbe stato un problema. Inizialmente erano cosi felici per me. Non ero esperta purtroppo, Non avevo pensato davvero ai miei diritti e alle mie garanzie fino a quando non ho ricevuto lo stipendio per qualche mese. Per farla breve ho fatto causa al club perchè non mi aveva pagata in gravidanza. La FIFPRO mi ha sempre seguita, per me vincere questa causa è stato davvero importante, ma anche per le altre calciatrici. Non si devono più avere dubbi sui nostri diritti".

SUCCESSO- "Non volevo soffrire cosi tanto a livello personale è stata un'esperienza difficile. Non è stato facile viverla e raccontarla, mi sono chiesta se avessi dovuto raccontarla. Poi molte donne mi hanno contattata per cui sono molto felice di averlo fatto non solo per me stessa ma per le altre donne che valutano di avere un figlio durante la loro carriera".