È andato tutto oltre. Oltre le aspettative, oltre il timore reverenziale, oltre la paura di sbagliare e la voglia di stupire. La Juve Women ha saputo reggere l'urto delle più forti ed è capitolata nello stesso istante in cui il sogno stava per materializzarsi, come quando ci si sveglia mal volentieri per l'ennesima giornata senza neanche un'aspettativa. Eppure, in quel 2-3 maturato a Torino, tra le pieghe della prestazione bianconera - per ben due volte in grado di andare in vantaggio con le campionesse d'Europa - c'è una storia ben più importante del risultato finale, sempre scontato e comunque fino a un certo punto: è la lezione e la bellezza che lascia la grande impresa. Pure quella sfiorata. 

Women, Guarino in conferenza: 'Lione? Una sfida con noi stesse. Domani una sola assenza'
UNA NUOVA PAGINA - Le ragazze di Guarino hanno saputo riscoprirsi ancora, scrivere una pagina fondamentale della loro storia. Perché da qui si riparte in maniera differente: non solo con più consapevolezze, ma anche con un atteggiamento diverso. Poi, chiaro: non sarà sempre e solo Lione, non sarà sempre e solo sfortuna a partire dal sorteggio. Sarà anche altro e sarà soprattutto Juventus, che da questa serata guadagna attitudine e carisma, ma anche conferme dal punto di vista del gioco. A partire dal primo gol di Hurtig: quella è l'azione tipo di questa squadra, che lancia le frecce e rifinisce pure di fisico. E a proposito della svedese: era la sua prima da titolare, dopo aver pagato nuovo contesto e troppi stop. Ha subito trascinato le compagne al suo livello. Che è quello della Champions, e cioè del Lione. 

SINGOLI - Anche le italiane hanno risposto presente, a partire da una veterana come Sara Gama - che in Francia, e pure col Lione, ci ha giocato più volte - e arrivando alla freschezza di Arianna Caruso. Sono loro i volti di questo 'quasi' che brucia ma non sa deludere. Che inorgoglisce, eppure lascia un forte amaro in bocca. Che si scioglie anche nella rabbia finale di Lisa Boattin: è crollata lei sull'insistenza di Malard ed è un'immagine che la tormenterà a lungo. Fino almeno alla prossima impresa. Che non era lontanissima nei sogni, che si fa più vicino anche nella realtà.