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SUPERCOPPA- "Una bella partita. Avevo ottime sensazioni sin dal riscaldamento quindi ho visto le mie compagne pronte a scendere in campo e diciamo che con il passare del tempo ho avuto solo al conferma di quello a cui pensavo. Siamo state brave, la partita era preparata bene e si è visto. Siamo contente di aver iniziato l'anno con un bel trofeo".EMOZIONE VINCERE CON BONANSEA E ROSUCCI- "Sono emozioni forti, ne abbiamo vinti 12 con la Juve e una Supercoppa con il Brescia. Abbiamo voluto ricordare questi momenti insieme, abbiamo una routine di foto ogni volta che vinciamo un trofeo, ne abbiamo ormai una raccolta ed è bello, sono emozioni speciali perchè siamo cresciute insieme. Marti e Barbara le conosco dal Torino Calcio Femminile quindi ormai da circa quindici anni. Siamo molto legate ed è bello vincere insieme, abbiamo vinto da giovani e continuiamo ora".
SENSAZIONE STARE CON IL TROFEO- "Bello. Un'emozione. Oltre la coppa proprio la vittoria lascia una scia di entusiasmo, fiducia, compattezza, ti senti una famiglia quando vinci. Sono emozioni, sensazioni, feeling positivi che ci ha lasciato. Questa coppa rappresenta tutto".
MUSEUM- "Mi è capitato di andarci. Penso sia una tappa doverosa da fare annnualmente, sia per chi è qui ma soprattutto per chi arriva. Entrare al museo ti mette davanti a ciò che rappresenti. Capisci subito cosa porti in giro. Questa stagione ci siamo state, è sempre un'emozione forte, ci sono le nostre maglie appese per le cento presenze, è bello vederle lì, ma soprattutto è bello vedere tuta la storia bianconera fino a noi. Un posto da dover visitare almeno una volta all'anno".
DOCUMENTARIO- "Una bella esperienza, era la prima volta che avevo le telecamere in casa, è stata un'esperienza per me e per mio marito ma anche per mia mamma che era in ansia da un mese. In realtà è stata bravissima anche se non ci crede. Marti Lenzini è già più abituata ma è stata una bella esperienza".
INIZI CALCIO- "Io dico sempre che ho iniziato grazie a mio cugino, ha due anni più di me e da piccolini eravamo spesso insieme, abbiamo entrambi una sorella più grande. Noi piccoli giocavamo spesso insieme, io ero un maschiaccio da piccolina, tutto ciò che riguardava le femmine io non ce l'avevo e non volevo averlo. Dai giochi ai vestiti a qualsiasi cosa femminile. Giocavo spesso con lui e giocavamo spesso a pallone, lui faceva la scuola calcio nel paese dove abitano i miei genitori, andavo a vederlo perchè era vicino a casa quindi un giorno mi ricordo che c'era un allenatore molto giovane e ha detto a mia mamma di farmi provare, diciamo che mi ha un po' spinta ma da lì è partito tutto e non mi sono più fermata".
DOVE L'HA AIUTATA LA TENACIA- "Lo viviamo anche quotidianamente, ci alleniamo sempre, giochiamo per vincere ogni settimana, è una routine monotona quindi non è sempre facile, bisogna avere ben fissi degli obiettivi che rendono più facile mantenere il percorso in modo fluido senza mollare o altro. Aiuta sicuramente essere tenaci anche fuori dal campo".
SENSAZIONI INFORTUNI- "Quando succede è un boom di emozioni. Il mio primo dal secondo è stato completamente diverso. Il primo eravamo allo Stadium, un sacco di persone, giornata bellissima e tutto storico. Quello ha coperto rabbia e tristezza dell'infortunio che sono le prime cose a cui pensi. Trovi poi il modo di andare avanti ma serve pazienza, forza di volontà, è un percorso lungo per noi che siamo abituate ad una certa routine, ti stronca un po' quando manca, ma proprio dalle piccole cose. È tosta, non posso dire il contrario, chi ci è passato mi capisce. Ci vuole pazienza perchè tanto poi torni. O scegli di mollare o altrimenti sai che torni. Tanto vale portare pazienza ma crederci sempre giorno per giorno e passo dopo passo. Anche i miglioramenti li vedi a lungo termine, non giorno per giorno, mese per mese forse da quando ricominci a camminare. Ci vuole pazienza".
PENSIERI- "Succede a tutti. Succede anche di peggio. Ti senti vulnerabile in quel momento quindi pensi di essere sfortunata, poi basta".
MAGLIE- "Nell'armadio della Juve tengo la maglia del primo Scudetto, che è una delle mie maglie preferite. Ha un significato simbolico, ma mi piace proprio. In quel armadio ho solo maglie mie, tra un po' infatti devo comprare un altro armadio (ride ndr), ne ho una bella collezione, ogni tanto le guardo perché mi piace ricordare, ogni maglia, ogni colore, ci associo qualche partita o qualche ricordo quindi è bello. Nell'armadio della Nazionale tengo quella dell'esordio al Mondiale, contro l'Argentina. In realtà ce ne sono tante anche delle giovanili, ad esempio mi ricordo con l'under 19 la semifinale di un europeo in casa. Una maglia numero 2 senza nome, all'epoca non c'erano. Quelle sono le mie preferite. Nel terzo armadio è tosta. Terrei quella di Barzagli all'ultima gara con la Juventus e quella di Renard capitano del Lione".
MAGLIA DELLA SVEZIA- "Quando siamo tornate dal raduno con la nazionale avevamo giocato in Svezia e avevo scambiato la maglia con Eriksonn difensore della Svezia e la stavo portando a casa. Ne ho già un po' della Svezia".
CASA UGI- "Una struttura vicino al Regina Margherita, l'ospedale, sono una ventina di appartamenti per le famiglie o i bambini in cura all'ospedale, sia da lontano che dall'estero, per loro è vitale avere una struttura così. Abitano lì finché gli serve. A me piace spesso andare lì, cerco di andare quando loro sono in sala giochi grande che hanno".
CERCHIO- "Un modo per stare insieme, compattarsi, sia ad inizio gara che alla fine. L0ha voluto Montemurro dalla prima gara, è un bel momento sia in caso di vittoria ma soprattutto in caso di sconfitta. Quando si perde ognuna ha i suoi momenti per sbollire invece lì ci si ricompatta subito. In caso di vittoria si gioisce insieme ed è bello. Sono parole o di conforto o motivazionali. Danno senso di compattezza e fare qualcosa insieme".
footbALL- "Assist di Montemurro. In più riunioni in cui non si parla solo di schemi e tattica come è giusto che sia. Idea sua che ha avuto effetto su di me. In realtà sembra una parola semplice ma non ci avevo mai pensato. Bello dare un significato ad una parola semplice e scontata che racchiude tre lettere finali che sono il senso degli obiettivi a lungo termine. Calcio è uno sport di squadra non solo sul campo ma anche fuori tutti i giorni. Dobbiamo essere una famiglia tutti insieme e poi i risultati arrivano".