Yildiz è scontento alla Juve? Un interrogativo che in questi giorni rimbalza e preoccupa i tifosi bianconeri. Non potrebbe essere altrimenti, parliamo di un ragazzo classe 2005 arrivato a Torino con addosso l’etichetta di predestinato e che fin dall’inizio, a forza di gol e assist, ha dimostrato il perché. Yildiz è scontento? Abbiamo posto la domanda direttamente a Paolo Montero, nel post Derby della Mole. Come di consueto, il tecnico dell’Under 19 non si sottrae anche di fronte alle questioni più spinose e con grande sincerità – e con un grande sorriso -, ha risposto: “Scontento? No! E’ contento qui, canta sempre nello spogliatoio”. Una battuta per stemperare gli animi, ma non costruita, onesta e che quindi restituisce il clima nello spogliatoio di Vinovo.
 
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Yildiz è contento e non potrebbe essere altrimenti. Da sempre appassionato di calcio, cresciuto con il sogno di diventare un calciatore professionista, influenzato dalla cultura tedesca tanto da quella turca, ha trovato nei colori bianconeri della Juventus una fascinazione, il tifo. Fin da bambino, infatti, ha guardato con gli occhi dell’amore in direzione Torino, direzione che oggi ha finalmente raggiunto.
 
Certo, ma non basta. Yildiz non sarà scontento, ma un po’ di preoccupazione c’é. Il punto non è legato tanto al minutaggio nella Juventus Next Gen; più che altro nel coinvolgimento – allenamenti -, con la ex Under 23 e con la Prima squadra. Un punto dirimente che faceva parte del progetto sportivo offerto dalla Juve al momento dell’affondo che ha coinvolto lui e la famiglia a far la valigia per trasferirsi nel capoluogo torinese. Questo è esattamente lo stesso motivo che lo ha allontanato dal Bayern Monaco: la famiglia, in quel caso, smentì le voci di un trasferimento legato ad aspetti economici. La società bavarese non gli dava spazio nel calcio professionistico, non lo coinvolgeva nel progetto. La Juventus ha promesso di farlo e per lui ha già studiato un piano simile a quello che ha coinvolto i vari Miretti, Soulé, Iling-Junior. Qualche frizione c’è, la frattura sembra essere tutt’altro che insanabile. E intanto Kenan continua a cantare, ma anche a segnare, servire assist e dimostrare perché è arrivato a Torino con l’etichetta di predestinato.