E' bastata una risposta a una domanda per far entrare Kenan Yildiz in tendenza, trasformandolo presto in uno dei temi del giorno. Ma facciamo un passo indietro. Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro il Cagliari, che vedrà la Juventus impegnata e a caccia di tre punti fondamentali in trasferta per andare un passo più vicino alla qualificazione europea. Dal suo incontro con i giornalisti, come sempre, sono emersi tanti temi, tra i quali uno legato al presente ma soprattutto al futuro della Juventus, nel volto del talento turco: "Szczesny ha detto che in 5 anni sarà nominato per il Pallone d’Oro? Spero che Tek indovini, soprattutto per Yildiz, ma nei giudizi bisogna andare molto piano", ha dichiarato. E poi ancora: "Io auguro a Kenan di fare una carriera straordinaria, le qualità che ha lo consentono, sono molto contento di quello che sta facendo".

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Ottimismo e speranze, sì, però con cautela. Un mantra, da sempre, per la Allegri, che non vuole sollevare troppe aspettative e come di consueto preferisce il basso profilo, nelle parole e nella gestione dei minuti in campo. Quello di chi va oltre l'entusiasmo immediato e tiene una stretta misura nei giudizi. Particolarmente significativo, pur senza grandi novità nell'atteggiamento, perché Allegri per primo ha elogiato le qualità di Yildiz, riconoscendo il suo potenziale, gestendolo però. Un approccio paziente, attendista, che spesso è frutto di critiche, non solo nella singola gara. E la domanda è chiara: se ha talento, se è forte, perché non vederlo sempre in campo? Questione di modulo e della staffetta con Federico Chiesa. Ma soprattutto della prudenza, che oggi come spesso, prevale. A volte ha fatto bene, evitare di proiettare aspettative eccessive sulle giovani spalle di Yildiz può essere senza dubbio un aiuto, ma la corrente opposta predica un'altra via, più coraggiosa. Perché alla fine i talenti devono reggere le pressioni, dimostrare di poter farlo fin da subito. E così, come in tutto, il tifo si spacca. Anche se qui, con questo tipo di talento emergente e in questa fase storica c'è bisogno più che mai di una nuova speranza, di una luce fatta di talento purissimo. E perché no di un elemento trascinante per le emozioni dei tifosi. E allora, forse, la prudenza può essere accantonata, senza mettere da parte la comprensione della natura complessa del percorso di un giovane gioiellino, per far spazio al coraggio. Già a Cagliari.