Siete senza dubbio uno Juventus Club dalla grande tradizione.
“Sì, non siamo enormi numericamente parlando, ma abbiamo il vanto di essere il sesto più vecchio del mondo fra i club DOC: abbiamo compiuto 50 anni nel 2015. Da una ricerca storica, inoltre, è risultata la nostra presenza a tutte le vittorie europee della Juventus dal 1977. Tra l'altro abbiamo appena acquistato i biglietti aerei per Porto, saremo presenti in occasione della gara di andata degli ottavi, e ovviamente ci saremo per il ritorno in casa”.
“Sono persone comuni, appartenenti a qualsiasi fascia d'età. A testimonianza della nostra correttezza, il club ha ricevuto l'incarico di referente regionale per l'Emilia Romagna assieme a Emilia Bianconera. Questo per dimostrare che, nonostante le piccole dimensioni, ci siamo sempre distinti per la nostra affidabilità. Ovviamente lo facciamo per passione: non si tratta di un lavoro, che ci porta ad avere un ritorno economico”.
Qualche esperienza o episodio che ricordi con particolare soddisfazione?
“Posso dirti che molti dei nostri erano all'Heysel durante la finale di Champions contro il Liverpool, e dopo quella terribile notte non volevano più vedere uno stadio. Ho cercato di non farli arrendere, ho insistito e dopo 30 anni li ho convinti a tornare a vedere una partita: adesso quei tifosi sono fra i più presenti. Credo sia un segnale importante, per insegnare a tutti che in questo sport sono state scritte pagine buie che non vanno dimenticate, ma va allo stesso tempo trasmesso un messaggio diverso. Il calcio non è finito nel 1985, bisogna andare avanti e farsi portavoce di un calcio positivo”.
“Non sono particolarmente scaramantico, non mi nascondo dietro un dito: ammetto che prima del sorteggio avrei firmato per trovare i portoghesi. Poi è altrettanto vero che giocheremo a febbraio, le situazioni cambiano, c'è un mercato di mezzo e la Champions è una competizione per sua natura impronosticabile. Visto che ho viaggiato spesso e durante i miei viaggi visito sempre con piacere gli stadi locali, posso dire che il Do Dragão è una gran bella struttura”.
Un desiderio per il futuro?
“Come club vorrei festeggiare i 60 anni, ne mancano soltanto otto ma ogni anno è come un punto zero per noi. Non possiamo dare niente per scontato e dobbiamo continuare a lavorare. Come tifoso della Juventus, mi sembra quasi scontato... Sì, ti potrei dire che mi piacerebbe vincere il sesto scudetto consecutivo, o la Coppa Italia, ma non sarei totalmente sincero. La vittoria della Champions League è quello che tutti forse ci siamo sentiti mancare con i fatti di Calciopoli, quando accadrà sarà una liberazione. E, in ogni caso, a volte non capisco gli juventini che sminuiscono il nostro palmarès. Lo ribadisco sempre, scrivendolo spesso sui nostri profili social: siamo l'unico club che ha vinto tutto in Italia, in Europa e nel mondo. Se qualcuno vuol vedere un trofeo da vicino, è nel nostro museo che deve andare, non in quello di altre società”.