"Tutte le persone che erano presenti prima sono state rimosse e sostituite. Il baricentro è Giuntoli insieme al presidente Ferrero e l’ad Scanavino. Devono portare avanti un’operazione non facile", le parole di  Giovanni Cobolli Gigli, presidente della Juventus dal 2006 al 2009 al Corriere dello Sport. L'ex presidente del club bianconero ha toccato vari argomenti.
 

Juventus, le parole di Cobolli Gigli 


SUL MERCATO - "Hanno fatto cose buone. Gli acquisti mi sembrano dei buoni rinforzi, riempiono dei buchi ravvisati negli ultimi campionati. In difesa dovrebbero arrivare altri due, più difficile sarà acquisire Koopmeiners".

PROBLEMA CHIESA - "Bisogna risolvere il problema Chiesa, mentre mi dispiacerebbe molto che Soulé dovesse finire fra i giocatori venduti. Però se la decisione è quella di cederlo per comprare un centrocampista di fama ed esperienza, credo sia opportuna".
 
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RIVOLUZIONE IN CORSO - "Una grande rivoluzione. Si cancellano giocatori importanti come il portiere, Szczesny, non per un giudizio negativo, bensì perché non è più possibile sopportare un certo tipo di stipendi".
 

RUOLO DI ELKANN - "La Juventus è una SpA, quotata in borsa. La testa è di Ferrero e di Scanavino, Elkann è l’ad della società che detiene il controllo della Juve, ma poi credo decidano tutti insieme, di concerto. Elkann ha diritto di parlare e agire nella Ferrari, di proprietà interamente della sua azienda, ma qui credo debba stare un po’ in disparte per lasciare spazio al CdA e ai dirigenti. Se prendono decisioni giuste, bene, sennò saranno sostituiti. Io ho molta stima di Ferrero». 
 
CESSIONE POSSIBILE? - "Il nome Agnelli è molto sfumato, è rimasto solo Andrea con i figli. Il senso di appartenenza si è ridotto. Se si vuole vendere un asset come la Juve bisogna avere risultati importanti in mano. Cioè entrare in Champions, vincere tornei, massimizzando il valore del club. Io credo che magari ci potrà essere, in futuro, un co-azionista insieme a Exor".
 
L'ADDIO DI ALLEGRI - c'è"Sono un po’ testone e rimpiango Allegri. L’uscita di scena è stata spiacevole, sia per il suo comportamento sia per come è stato trattato. Ora c’è Motta, è stato un grande campione con i piedi, ora lo è con la testa. Le premesse ci sono, come la concorrenza. Il Napoli di Conte sarà aggressivo, il Milan cambia logica di gioco, l’Inter c’è sempre".